Pdl, Romani: “Dopo 17 anni può darsi che si ponga un problema di rappresentatività”. E si appella al “popolo di internet”
Per tanti anni Forza Italia prima, il Pdl dopo, è stato un partito fondato sulla rappresentatività del leader Silvio Berlusconi. Ora i tempi stanno cambiando e forse inizia a rendersi necessario un nuovo modello. A sostenerlo è stato Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico, durante il suo intervento al meeting di Cl. “Nel partito carismatico in cui milito – ha spiegato Romani – non c’era il problema di scegliere il leader: il leader era Berlusconi ed in lui tutti, a partire da me, ci siamo riconosciuti e per seguirlo abbiamo lasciato il mondo del lavoro per impegnarci in politica. Ma oggi, dopo 17 anni, può darsi che si ponga un problema di rappresentatività”. Romani ha anche dettato la ricetta, simile – a suo dire – al modello delle proteste in Tunisia “dove il popolo della Rete ha mandato a casa la precedente classe dirigente ma non la ha sostituita e ha dato vita ad un governo tecnico dopodiché con le elezioni la parola passerà alla gente”. Ed ecco così l’appello “ai 22 milioni di italiani che stanno su Facebook, che hanno una straordinaria capacità di generare consenso, di cui la politica non può dimenticarsi. Dobbiamo rivoluzionare i partiti, mettere qualcosa di nuovo, esprimere qualcosa di diverso nella consapevolezza che la opinione pubblica oggi non è più fatta solo dai giornali o dalle televisioni ma dal popolo di internet”.