LIBIA, GHEDDAFI NON CEDE: “VITTORIA O MORTE CONTRO L’AGGRESSORE” | T-Mag | il magazine di Tecnè

LIBIA, GHEDDAFI NON CEDE: “VITTORIA O MORTE CONTRO L’AGGRESSORE”

Il racconto accurato di Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera da Tripoli rievoca l’immagine di alcuni anni fa quando fu distrutta la statua di Saddam Hussein a Bagdad. Nel compound di Bab al Aziziya, nella giornata di martedì, è avvenuto qualcosa di analogo. “Dentro Bab al Aziziya – scrive Cremonesi – qualcuno prende a calci la testa staccata dalla statua del Colonnello. I ribelli bruciano i cartelloni con l’immagine del Raìs, abbattono gli slogan anti- Usa e anti-Nato ancora appesi alla palazzina- comando di Gheddafi, gravemente danneggiata dai raid voluti dal Pentagono negli anni Ottanta e da allora volutamente mantenuta in rovina a memento della «perfidia occidentale » contro cui, per volontà precisa del Colonnello, ogni libico avrebbe sempre dovuto essere pronto a difendersi”.
Intanto, però, il Colonello è tornato a farsi sentire in un messaggio audio trasmesso via radio. Un appello eloquente, il suo: “Morte o vittoria contro l’aggressore”. Gheddafi, inoltre, ha fatto sapere che la sua ritirata è stata una mossa tattica, portata a compimento probabilmente già prima che le forze ribelli entrassero a Tripoli.
Sul Tempo, Mario Sechi non lascia spazio alle interpretazioni: “Come in tutti i conflitti l’uccisione o la cattura del condottiero nemico è fondamentale. Ricordate la guerra in Iraq? La caccia a Saddam aveva un senso, eccome. Tanto che, dopo essere stato trovato in una buca, fu irregolarmente ma giustamente impiccato. Senza voler andare lontano, la pallottola in mezzo alla fronte di Osama bin Laden ha decretato la parola fine sulla saga di Al Qaeda.Tanto che i messaggi del medico Al Zawahri in assenza del buon vecchio Osama non fanno audience, non se li fila nessuno, sembrano il residuato bellico di un ciarlatano del luna park del terrore. Finito il capo, finiti tutti. È una regola alla quale non si sottrae neppure la storia di Gheddafi”.

 

2 Commenti per “LIBIA, GHEDDAFI NON CEDE: “VITTORIA O MORTE CONTRO L’AGGRESSORE””

  1. CHE PROVA CHE FANNO GLI AMERICANI,
    SONO AIUTATI DA TUTTI GLI ALTRI STATI,
    DA SOLI NON CI SAREBBERO RIUSCITI VINCERE COLONNELLO GHEDDAFI.
    … COMUNQUE CREDO CHE GHEDDAFFI GOVERNAVA IL SUO STATO, UCCIDEVA SOLO I RIBBELLI,
    CREDO CHE OGNUNO IN CASA SUA GOVERNA COME VUOLE,
    COME FA L’ITALIA.

  2. L’ ITALIA MANDA FUORI DAL CARCERE I DELINQUENTI,
    MENTRE ARRESTANO PERSONE CHE DOPO 20 ANNI DI PROCESSI LUNGHI – ANNI CAECERE SONO INNOCENTI,
    COSì VENGONO LASCIATI LIBERI DOPO AVER PERSO ANNI DI LIBERTà TRASCORSI IN CARCERE…
    CAPITO MI AI ?
    CAZZU DIAULU

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