Incarico a Monti, adesso è l’ora del riscatto | T-Mag | il magazine di Tecnè

Incarico a Monti, adesso è l’ora del riscatto

di Fabio Germani

Abbiamo un premier in pectore. A ben vedere lo abbiamo da mercoledì, da quando cioè il capo dello Stato ha spiazzato tutti (ma non troppo) sparigliando le carte in tavola e giocando di anticipo sulle varie forze in Parlamento già pronte alla battaglia dopo le dimissioni annunciate di Berlusconi. La nomina a senatore a vita di Mario Monti era stato il capolavoro politico di Napolitano, come tanti commentatori avevano asserito l’indomani. Il momento tanto atteso è giunto al termine di una domenica di colloqui al Quirinale. Napolitano ha dato l’incarico a Monti di formare il nuovo governo; il professore tornerà dal presidente della Repubblica quando avrà terminato le sue consultazioni e avrà sciolto la riserva.
Questa la sintesi del week end più caldo di novembre, scene di giubilo che sabato hanno accompagnato la salita al Colle del Cavaliere a parte. Al contrario, ovunque si rechi in queste ore, Monti viene applaudito e incoraggiato dalle persone che incontra. Spetta a lui, adesso, rilanciare l’immagine dell’Italia e riposizionare il Paese al centro dell’Europa (europeista convinto qual è), dopo mesi e mesi di inettitudine. Alcune misure anticrisi sono contenute nel maxiemendamento dell’esecutivo uscente alla legge di stabilità approvata dalle Camere in fretta e furia tra venerdì e sabato. Ma è poca roba, l’Ue lo ha ricordato più volte nelle ultime ore. Ed è attorno alle convergenze politiche che Monti dovrà lavorare allo scopo di evitare il baratro (copyright Emma Marcegaglia) e varare tutti quei provvedimenti dichiarati nella lettera di intenti presentata a Bruxelles.
Non è nostra intenzione scrivere l’epitaffio politico del Cav (a dire il vero a questo avevamo provveduto con largo anticipo) né tanto meno un’improbabile agiografia. Di sicuro Berlusconi resterà un attore principale nell’attuale fase. Lo ha promesso nel videomessaggio trasmesso (quasi) a reti unificate con cui ha rivendicato il gesto responsabile delle dimissioni per il bene del Paese. Ma le monetine lanciate contro di lui davanti al Quirinale, retaggio di un’altra epoca, sono sintomatiche di un capitolo da chiudere quanto prima. Berlusconismo e antiberlusconismo hanno rappresentato le diverse facce della stessa medaglia. Ora, invece, è il momento di mettere da parte le sterili contrapposizioni e di ripartire. Possibilmente alla svelta.
Ancora un’osservazione. Monti, domenica, ha riferito ai giornalisti che le voci sinora circolate sulla composizione del nuovo governo sono frutto di “pura fantasia”. E poco più tardi Napolitano ha rimproverato, per così dire, quanti sono dediti a dettare tempi e modi: “Se qualcuno si inventa prima che il governo si fa in due ore poi i tempi risultano allungati”. È ancora opportuno, allora, nell’era dei social network e della notizia partecipata, riempire le pagine dei quotidiani di retroscena fuori di senno e spesso privi di fondamento? Il mondo cambia, l’informazione pure.

 

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