Hamza Kashgari rischia la pena di morte. L’appello di Amnesty International
Rischia la pena di morte perché accusato di apostasia a causa di alcuni suoi tweet su Maometto. Hamza Kashgari ha appena 23 anni e a inizio mese si era visto costretto a fuggire dal suo Paese, l’Arabia Saudita, per via delle minacce di morte ricevute. Poi è successo che è stato intercettato in Malesia, arrestato (senza incriminarlo di alcun reato) e detenuto in un luogo segreto. Infine è stato rimpatriato in Arabia Saudita dove ora è rinchiuso a stretta sorveglianza in una struttura del ministero dell’Interno.
Secondo quanto appreso da Amnesty International, “poco dopo l’arresto un magistrato di Gedda, la città natale di Hamza Kashgari, ha chiesto al direttore dell’Ufficio per le indagini penali l’autorizzazione ad aprire un’inchiesta nei confronti dell’uomo, auspicando che venisse estesa anche ad altri utenti di Twitter che lo avevano incoraggiato o si erano congratulati con lui”.
Amnesty International, inoltre, ricorda che il reato penale di apostasia è incompatibile con il diritto alla libertà di pensiero, coscienza
e religione sancito dall’articolo 18 della Dichiarazione universale dei diritti umani e dunque ritiene che il giovane sia un prigioniero di coscienza. Per questo è stato presentato un appello (che si può firmare qui) al re Abdullah bin Abdul Aziz Al Saud.
Sua Maestà,
sono un simpatizzante di Amnesty International, l’Organizzazione non governativa che dal 1961 agisce in difesa dei diritti umani, ovunque nel mondo vengano violati.
Le scrivo per sollecitarLa a revocare l’ordine d’arresto nei confronti di Hamza Kashgari.
Le chiedo di rilasciarlo immediatamente e senza condizioni, che l’inchiesta venga archiviata e che nell’immediato egli possa essere assistito da un avvocato di sua scelta, anche nel corso degli interrogatori.
La ringrazio per l’attenzione.