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Analizzare gli elettori su Facebook

di Pietro Raffa


Come ricorda il Guardian, Facebook nel 2008 era utilizzato da 40 milioni di statunitensi. I votanti, aggiungo io, furono 130 milioni.
Cosa accadrà alle Presidenziali del 2012? Che il numero di coloro i quali si recheranno alle urne rimarrà più o meno uguale, mentre gli utenti di Facebook aumenteranno di quattro volte: saranno circa 160 milioni. Una cifra superiore al numero dei votanti stessi.
È ancora lecito dubitare dell’indispensabilità di una strategia social ai fini delle vittorie elettorali?
I membri dello staff di Obama, attentissimi all’argomento, fin dalla prima campagna elettorale non avevano avuto dubbi: sui nuovi strumenti digitali occorreva investire anima e corpo.
Oggi, sempre al passo con i tempi, si sono convinti dell’opportunità di integrare le potenzialità di Facebook con una macchina da guerra (digitale) potentissima:

A unified computer database that gathers and refines information on millions of potential voters.

Il team che lavora per la rielezione del Presidente inviterà i suoi sostenitori ad accedere al re-election website loggandosi via facebook, in modo da tracciare il profilo individuale di ogni utente e aggiungere al database obamiano informazioni utilissime.
È ovvio che ci sarà sempre qualcuno (tipo Jeff Chester) convinto che un’operazione di questo genere sarebbe stata dietro i sogni di uno come J Edgar Hoover e che, dunque, sia di per sé negativa poichè sembra ignorare ogni implicazione etica e morale.
Io potrò anche sbagliarmi, ma credo che la nostra società, visti gli enormi vantaggi derivanti dall’utilizzo della rete, debba accettare di vivere quotidianamente i rischi che questo comporta.
E poi, diciamocelo chiaramente: una raccolta dati di questo tipo non aggiunge niente di nuovo alla schedatura giornaliera delle nostre vite (se ci piace vederla così).
Mi chiedo dunque: perché nessuno in Italia si decide ad adottare una strategia di questo tipo?

Questo articolo è stato pubblicato inizialmente qui.

 

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