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Si scherzava, i neutrini non sono più veloci della luce

di Fabio Germani

Quando il 27 settembre del 2011 intervistammo Amedeo Balbi, astrofisico e ricercatore all’Università di Roma Tor Vergata, lui fu molto chiaro: sarebbero serviti ulteriori esperimenti per comprendere la portata o meno della scoperta.
Così – a distanza di mesi – si è compreso che i neutrini non sono affatto più veloci della luce. Si scherzava: Einstein non lo avrebbe permesso.
Una cattiva connessione fra un cavo a fibre ottiche che collega un computer con il ricevitore Gps utilizzato per misurare il tempo di percorrenza dei neutrini, avrebbe indotto in errore gli scienziati del Cern, secondo quanto riportato in un primo momento da Science Magazine. Il Cern ha poi confermato la notizia. A scoprire l’anomalia negli strumenti di misura è stato il gruppo di ricerca italiano che lavora al rivelatore Opera, ma in ogni caso nuovi test di conferma si terranno a maggio.
Einstein non sarà stato dunque sconfessato, ma questa “nuova scoperta” dimostra una volta di più quanto fu grossolano l’errore del Miur, di cui all’epoca era titolare Maria Stella Gelmini, che enfatizzò l’esperimento millantando l’esistenza di improbabili tunnel sotterranei lunghi dal Gran Sasso alla Svizzera.

“Rivolgo il mio plauso e le mie più sentite congratulazioni agli autori di un esperimento storico. Sono profondamente grata – recitava il testo del comunicato stampa della Gelmini – a tutti i ricercatori italiani che hanno contribuito a questo evento che cambierà il volto della fisica moderna. Il superamento della velocità della luce è una vittoria epocale per la ricerca scientifica di tutto il mondo. Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Inoltre, oggi l’Italia sostiene il Cern con assoluta convinzione, con un contributo di oltre 80 milioni di euro l’anno e gli eventi che stiamo vivendo ci confermano che si tratta di una scelta giusta e lungimirante”.

Su quanto fosse “fantasiosa” la nota del Miur se ne sono scritte di tutti i colori. E non è nostra intenzione mettere oggi il dito nella piaga. Anche se la Gelmini ci fornisce l’assist per un’ulteriore riflessione: “Avevo il sospetto di aver manifestato un entusiasmo eccessivo – ha scritto su Twitter l’ex ministro –. Ora mi consolo: non ero solo io sbagliare”.
L’ammissione del doppio errore è di per sé l’ennesimo errore. Tunnel o meno, sta a significare una volta di più che nessuno al ministero, in quei giorni, aveva la minima percezione di ciò che stava avvenendo. E sia beninteso: i media ci hanno messo del loro. Balbi ci mise in guardia in questo senso: “La stampa si è buttata a capofitto sulla notizia. Il clamore credo sia spiegabile con l’interpretazione ingenua ‘Einstein aveva torto’, che è una cosa che fa sempre notizia, anche se è una semplificazione sbagliata”.
Aveva ragione. E anche Einstein, tutto sommato.

 

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