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Da Via Poma ad Avetrana, quando il delitto appassiona

di Matteo Romani

Italiani popolo di santi, poeti, navigatori e, soprattutto, appassionati di delitti irrisolti. Come spiegare del resto l’atavica passione del bel paese per i casi che si protraggono per anni, possibilmente senza un chiaro colpevole e che, come veri e propri format televisivi, appassionano un vasto e trasversale pubblico.
Gli esempi del resto non mancano, dai pullman di turisti in visita ad Avetrana, paesino divenuto celebre per il delitto di Sarah Scazzi, passando per le folle oceaniche che dal vivo o sui media hanno seguito con crescente interesse i delitti di Meredith Kercher, Marta Russo e di Simonetta Cesaroni, soltanto per citarne alcuni. E proprio il delitto di via Poma ha vissuto ieri un’altra importante tappa, con la deposizione, durante il processo di secondo grado, degli esperti che hanno di fatto stravolto la ricostruzione dell’omicidio fatta in precedenza.
“Per chi segue il processo da anni non c’è nulla di nuovo – spiega a T-Mag Giovanni Lucifora, giornalista di Radio Manà Manà, curatore del sito zonedombra.com ed esperto di cronaca nera e giudiziaria -Nel processo di primo grado ci si è basati su elementi che non hanno fatto chiarezza. Basti pensare che il presunto morso rinvenuto sul corpo di Simonetta stando alla nuova perizia non solo non corrisponderebbe all’arcata dentaria di Busco ma non sarebbe neanche un morso. Il che è ovviamente clamoroso. Il duello che si è originato in aula tra le parti ha dato il via ad un percorso destinato, a mio giudizio, a smontare l’impianto accusatorio del primo grado”.
Prima, durante e dopo la deposizione degli esperti, una folla di giornalisti ha seguito l’evento. Come mai tutta questa attenzione da parte dei mass media per questi casi giudiziari? “I media – prosegue Lucifora – vendono un prodotto, amplificando però quello che interessa l’opinione pubblica. E queste storie interessano l’opinione pubblica perché coinvolgono persone comuni, che da un giorno all’altro finiscono sbattute in prima pagina, o come vittime, o come assassini, o come indagati. Nel caso del delitto di via Poma ad esempio, c’è una ragazza di periferia che va a lavorare nella ‘Roma Bene’ e viene uccisa in circostanze misteriose. In più viene immediatamente arrestato il portiere che subito dopo però viene rilasciato, alimentando da subito la curiosità della gente. In pratica, dal momento in cui le forze dell’ordine e la magistratura non riescono a trovare un colpevole, chiunque si sente autorizzato a fare delle ipotesi e a sostenerle, alimentando un interesse sempre più crescente”.
Ma l’attaccamento a queste vicende è solo italiano? “Non credo -spiega ancora Lucifora -ad esempio nel Regno Unito l’opinione pubblica parla di fatti di cronaca cruenta”. Insomma, tutto il mondo è paese e il voyeurismo mediatico non è una caratteristica solo italiana.

 

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