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Siria, i ribelli controllano la maggior parte della città di Aleppo

L’esercito siriano libero, la forza armata composta per lo più da disertori dell’esercito siriano e che si oppone al governo di Assad, controllerebbe circa il 60% della città di Aleppo, considerata la capitale economica del paese. La notizia è stata data da un inviato della televisione satellitare al-Jazeera, ma è in netto conflitto con gli aggiornamenti della tv di stato che sostengono che l’80% della città sia ancora sotto il controllo di Assad.
Il ministro degli esteri siriano, Walid al-Muallem, ha inviato una lettera al Consiglio di Sicurezza dell’ONU ed al segretario generale Ban Ki-moon accusando Arabia Saudita, Qatar e Turchia di sostenere gruppi terroristici armati che provocano sommosse nel paese da oltre un anno: “I gruppi terroristici commettono crimini contro civili innocenti ad Aleppo e Damasco. Un gran numero di mercenari che appartengono a questi gruppi usano civili come scudi umani, uccidono chi non è d’accordo con la loro strategia criminale e costringono altri a lasciare le proprie case”. Le autorità siriane dunque “invitano tutti i membri del Consiglio di Sicurezza a chiedere a questi gruppi terroristici armati di ritirarsi dalle città siriane attaccate, di bloccare gli atti di terrorismo e sostenere il piano in sei punti di Kofi Annan […] L’unica soluzione per la crisi siriana è il dialogo nazionale tra rappresentanti del popolo siriano”.
La Casa Bianca ha reso noto che nella notte il presidente americano Barack Obama ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro turco, Recep Tayyip Erdogan, per tentare di accelerare la transizione politica in Siria. I due leader hanno anche inoltre convenuto di coordinare l’impegno umanitario per assistere i rifugiati siriani, in particolare quelli che sono entrati in Turchia, ed hanno espresso la massima preoccupazione per gli attacchi ad Aleppo e il deteriorarsi della situazione umanitaria nel paese.
Il ministro degli esteri italiano, Giulio Terzi, dubita che il presidente siriano Assad accetti la soluzione di un salvacondotto, fondamentalmente garanzie per la sua incolumità e della sua famiglia a patto che si ritiri volontariamente: “Abbiamo visto come negli altri casi di rivoluzione determinati dalla primavera araba i leader non hanno risposto alle proposte di lasciare il potere e il paese”. Terzi ha poi aggiunto che mesi fa non si prevedeva ci potesse essere una resistenza così forte nella città di Aleppo, cuore borghese del paese che tuttavia mostra una grande capacità e determinazione a resistere. La situazione umanitaria è potenzialmente drammatica poiché 200mila cittadini si stanno spostando fuori dalla città e verso il confine turco.

 

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