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Performance socio-ambientale amministrativa: luci e ombre

Pubblichiamo di seguito uno stralcio del report dell'Istat "Indicatori ambientali urbani"

Alcune politiche di eco management attuate dai comuni, come la progettazione partecipata33, il bilancio ambientale (o rapporto ambientale) e il bilancio sociale, possono essere considerate indicatori della trasparenza della gestione socio-ambientale e del coinvolgimento della cittadinanza. La progettazione partecipata risulta, tra le tre menzionate, quella maggiormente diffusa nei capoluoghi (61 comuni): in quasi i tre quarti di quelli del Nord e in oltre la metà di quelli al Centro, per diminuire al 29,8% tra i capoluoghi del Mezzogiorno. La seconda pratica amministrativa per diffusione risulta il bilancio sociale (51 comuni), realizzato nel 63,8% dei capoluoghi del Nord e circa nel 30% di quelli del Centro e del Mezzogiorno. Il bilancio ambientale è prodotto, invece, in un numero minore di casi (37 comuni), in maggioranza capoluoghi del Nord (24 comuni). Altri aspetti da considerare per valutare i comuni capoluogo in termini di gestione eco-sostenibile riguardano la dotazione di autovetture a basso impatto ambientale, la raccolta differenziata all’interno degli uffici comunali, il raggiungimento di alcuni standard e le certificazioni ambientali internazionali conseguite dal comune.
Ancora molto ridotta risulta la quota di autovetture in dotazione con alimentazione di tipo ecologico: 3,6% elettriche e/o ibride, 14,7% a metano, e 3,4% Gpl, mentre quelle alimentate a benzina e/o gasolio rappresentano il 78,3%; inoltre, 31 capoluoghi impiegano solo questa tipologia di mezzi. Sono 15 i capoluoghi con una quota superiore alla media di autovetture con alimentazione di tipo ecologico: spicca la performance di Reggio nell’Emilia (53,8% di auto elettriche e/o ibride e 5,7% a metano) mentre, un po’ distanziati, in seconda e terza posizione si collocano i due capoluoghi siciliani di Siracusa e Catania. Quest’ultima (33,5% elettriche e/o ibride) è anche, con Bari (15,9% elettriche e/o ibride) e Messina (7,0% elettriche e/o ibride), uno dei tre grandi comuni che presenta quote di autovetture ad alimentazione ecologica superiori alla media.
̀ largamente diffusa la raccolta differenziata negli uffici comunali dei capoluoghi di provincia (93,3% carta, 63,8% plastica, 90,5% toner e 31% altro): a livello territoriale le differenze non sono molto accentuate, almeno per la carta e i toner, mentre per la plastica si passa dal 76,6% dei comuni del Nord che la effettuano, al 51,1% tra quelli del Mezzogiorno.
Considerando standard e requisiti ambientali internazionali come la Certificazione ISO1400137 e/o la Registrazione EMAS38 queste sono state conseguite dal 36,2% dei capoluoghi per l’intera amministrazione, per alcuni uffici comunali, o per enti partecipati. Si tratta nel 57,4% dei casi di capoluoghi del Nord, nel 40,9% del Centro e nel 12,8% del Mezzogiorno.
Gli ultimi aspetti considerati per analizzare la performance amministrativa dei comuni capoluogo rispetto all’ambiente sono: a) gli acquisti di prodotti del commercio equo e solidale e di risme di carta riciclata o eco-compatibile; b) l’adozione di criteri ecologici nelle procedure di acquisto (acquisti verdi, Gpp – Green public procurement) per alcune forniture.
L’acquisto di prodotti del commercio equo e solidale riguarda una minoranza di capoluoghi (19,8%) con una maggiore incidenza tra quelli del Nord (34%).
In media, nel 2011, l’incidenza sull’acquisto delle risme di carta è pari al 27,4% per quelle di riciclata e al 39,8% per le risme di carta eco-compatibile. I comuni più virtuosi, quelli che utilizzano solo carta riciclata, sono Vercelli, Reggio nell’Emilia, Campobasso e Enna, cui si aggiungono 35 capoluoghi che presentano una quota di carta riciclata superiore alla media. Quelli con la totalità di carta eco-compatibile sono Novara, Sondrio, Brescia, Udine, Pisa, Latina, Barletta, Taranto e Palermo. A questi si aggiungono altri 35 capoluoghi che mostrano comunque quote di utilizzo della carta eco-compatibile superiori alla media. Tra i grandi comuni Messina, Catania e Napoli si collocano sotto la media per quote di acquisti di carta riciclata o eco-compatibile. Sono, invece, 24 i comuni che hanno acquistato solo carta non-ecocompatibile.
Riguardo gli acquisti effettuati dai capoluoghi applicando criteri ecologici, i più diffusi sono quelli per la cancelleria (68,8%); seguono le apparecchiature elettriche e/o elettroniche (61,2%), gli articoli per la pulizia (54,3%), i servizi energetici (50%), gli arredi (49,1%) e i materiali edili (29,3%). L’utilizzo di tali procedure risulta molto più frequente nei capoluoghi del Nord (con quote che vanno dall’83% per la cancelleria al 38,3% per i materiali edili).
Tutti i grandi comuni hanno utilizzato nel 2011 criteri ecologici per l’acquisto di almeno un tipo di prodotto tra quelli elencati; solo Firenze li ha utilizzati per tutti i tipi di acquisti, mentre Catania soltanto per i servizi energetici.

 

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