Intercettazioni, i ministri si schierano con il Capo dello Stato
“Credo – ha detto Andrea Riccardi, ministro per la Cooperazione Internazionale – che innanzitutto l’attività del capo dello Stato e di Napolitano in particolare debba essere circondata di quelle garanzie e di quel rispetto che merita, perché siamo arrivati a un livello inaccettabile con la diffusione di notizie subliminali e testi di questo tipo. Una voce libera a servizio della nazione come quella del capo dello Stato può essere infangata in una serie di piccoli pettegolezzi con una tecnica teatrale che ben conosciamo. La prima cosa che mi preme è dare tutta la mia solidarietà al capo dello Stato anche se non ne ha bisogno. Il discorso dell’uso delle intercettazioni – ha poi aggiunto -, su cui noi dobbiamo riflettere e stiamo riflettendo. Nessuno vuole eliminare degli elementi preziosi per la lotta contro il crimine ma nel caso delle telefonate tra il presidente Napolitano e il senatore Mancino non si tratta di lotta contro il crimine. Io non credo però che di questa legge si debba immediatamente occupare questo Governo”.
Anche il ministro della Giustizia, Paola Severino, intervistata da Avvenire, ha dichiarato che “non sono fatti, solo illazioni camuffate da psudo notizie. Non capisco perché alcuni organi di stampa proseguano con la pubblicazione di una simile ridda di insinuazioni e congetture. E chi continua a chiedere al Capo dello Stato di acconsentire alla pubblicazione dei dialoghi intercettati non sa proprio di cosa sta parlando: quelle intercettazioni sono per il Colle un bene indisponibile, non può decidere di farle pubblicare”