Lavoro, l’allarme della Banca centrale europea
E’ sempre più necessaria una riforma del mercato del Lavoro. Il fenomeno della disoccupazione, ormai dilagante in tutta l’Unione europea, ne è una riprova. Basti pensare che in soli quattro anni (tra l’inizio della crisi economica e finanziaria nel 2008 e il primo trimestre del 2012) i posti di lavoro persi nell’eurozona sono stati quattro milioni.
Prima però occorre trovare una soluzione alla crisi del debito che sta colpendo tutta la zona euro. Questo è quanto emerge nell’ultimo rapporto diffuso dalla Banca centrale europea.
Statisticamente, l’occupazione ha registrato un calo pari al 2,8% rispetto al livello massimo rilevato nel primo trimestre del 2008.
Dal primo trimestre del 2008 al primo trimestre del 2010, si legge nel bollettino diffuso dalla Bce, il tasso di occupazione è sceso dell’1,7%, attestandosi al 64,2%.
Nelle fase iniziali della crisi economica, “le imprese hanno mostrato – ha rilevato Francoforte – una netta preferenza per forme di flessibilità interna, come la riduzione degli straordinari e il ricorso agli accordi di lavoro a orario ridotto, contribuendo a mitigare la correzione dei livelli occupazionali (misurata in unità)”.
Misure che tuttavia non hanno permesso alle economie di superare il momento difficile. I Paesi dell’eurozona più esposti agli effetti negativi della crisi, infatti, non sono economicamente competitivi secondo il parere dell’Eurotower, che suggerisce l’attuazione di “riforme incisive dei mercati del lavoro e dei beni e servizi”.
“Le riforme strutturali – spiega nella nota la Banca centrale europea – sono infatti altrettanto essenziali del risanamento dei conti pubblici e delle misure tese a migliorare il funzionamento del settore finanziario”.