La rivoluzione “twittera” di Luigi De Magistris | T-Mag | il magazine di Tecnè

La rivoluzione “twittera” di Luigi De Magistris

di Fabio Germani

Quando nel maggio del 2011 fu eletto sindaco di Napoli con ben trenta punti di distacco sul candidato del centrodestra Gianni Lettieri, Luigi De Magistris si presentò alla città in modo inequivocabile: “Abbiamo scassato un’altra volta”.
De Magistris è così, spontaneo e diretto. E lo è molto più su Twitter, social network che predilige alla stregua di tanti colleghi e che però, a differenza dei medesimi colleghi, utilizza per uno scambio reciproco con i cittadini, anche con chi lo critica. Da un po’ di tempo il sindaco di Napoli sembra fiutare nell’aria qualcosa di rivoluzionario (a sapere cosa, magari…) al di là dei suoi progetti politici, movimenti arancioni e quant’altro. O forse no, il “qualcosa di rivoluzionario” è strettamente legato ai suoi impegni. Chi può dirlo. Fatto sta che l’11 ottobre ha sparigliato ulteriormente le carte twittando un messaggio che più criptico non si può.

A proposito di rivoluzione, già il 9 ottobre De Magistris aveva ricordato Che Guevara…

Il 12 ottobre, anche a causa delle molteplici domande degli utenti incuriositi, De Magistris ha tentato di fare chiarezza, proponendo una definizione in serie, e in questo caso democratica, di rivoluzione. Quella “delle idee e dei cuori”, soprattutto.

Quando arriva notte De Magistris si ferma. Non prima, tuttavia, di dispensare consigli ai suoi oltre 140 mila followers.

De Magistris, poi, non manca di parlare di altri argomenti se l’occasione è propizia. Subito dopo la partita Napoli-Lazio, disputata il 26 settembre e vinta dalla compagine azzurra per tre reti a zero, il sindaco si è complimentato con l’attaccante laziale Miroslav Klose il quale durante la gara aveva ammesso l’irregolarità di un suo gol.

Questo, in soldoni, il twitter-pensiero di Luigi De Magistris, sindaco di Napoli. Probabilmente non farà scuola talmente è ormai diffuso l’uso del social tra i politici, ma di certo il suo è un caso interessante. Non fosse altro che “sta per succedere qualcosa di profondamente rivoluzionario”. E perché mai, allora, andrebbe sottaciuto? “Abbiamo scassato un’altra volta…”.

 

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