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I numeri della povertà in Italia

Lo Stato mostra una “evidente incapacità” nel contrastare le nuove forme di povertà. Questa, in sostanza, l’accusa contenuta nel Rapporto sulla povertà 2012 realizzato dalla Caritas e presentato in occasione della Giornata internazionale della lotta alla povertà.
Nell’ultimo triennio, si legge nel rapporto, il numero degli italiani che si sono rivolti ai centri Caritas è aumentato sensibilmente. Nello specifico, sono diverse le categorie dove si sono registrati gli aumenti più evidenti: casalinghe (+177,8%), anziani (+51,3%) e pensionati (+65,6%).
Ma cosa chiede chi, in evidente difficoltà, è costretto a rivolgersi ai centri Caritas? Al primo posto troviamo l’erogazione di beni e servizi materiali, al secondo posto i sussidi economici che, secondo i dati raccolti nel 2011, vengono richiesti molto più dagli italiani (20,4%) che dagli immigrati (7,4%). Questi ultimi, invece, chiedono o un’occupazione (17% contro l’8,9% degli italiani) o di essere orientati nel mondo del Lavoro (13,4% contro il 3,6%).
A livello territoriale, la maggiore incidenza degli immigrati è superiore nel Centro e nel Nord del Paese. Nel Mezzogiorno, invece, risulta essere più bassa e questo, sottolinea chi ha steso il rapporto, a causa della presenza nel Meridione di un maggior numero di poveri italiani rispetto ad altre zone del Paese.
In sostanza, il numero degli stranieri che chiedono assistenza ai centri Caritas è più alto di quello degli italiani, con i primi che rappresentato il 70,7% del totale e i secondi il 28,9%. Tuttavia, leggendo i dati più o meno recenti, si capisce come sia in aumento il numero dei nostri connazionali costretti a rivolgersi ai centri Caritas. Infatti solo due anni fa, era il 2009, gli italiani rappresentavano il 23,1%.

 

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