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Il viaggio del MedFilm Festival continua

di Fabio Francesca

(continua da qui) 5° tappa Tel Aviv: Not in Tel Aviv si intitola il film di Nony Geffen, giovane autore ( con la A maiuscola) israeliano, e infatti non sembra Tel Aviv. Ricorda più Parigi, la Parigi del pre sessantotto, quella in cui un gruppo di giovani critici cinematografici da lì a poco avrebbe sovvertito le regole del linguaggio cinematografico. Anche l’ebraico dei tre protagonisti, tra Jump cut e lunghe carrellate, sembra musicalmente trasformarsi in uno strano francese. E allora mentre il protagonista scappa inseguito dalla polizia, lasciando le due protagoniste una bionda e una mora, una Anna Karina e una Jean Seberg, aspettiamo solo che gli sparino alle spalle e lui, claudicante, finisca la sua corsa dicendo:”schifosa”. Il cinema non ha confini né tempo.
6° tappa Algeria: Nella regione degli Altipiani, come in tutta l’Algeria, si parla di concordia civile ma il perdono tra le persone non si sa ancora cosa sia. Con The Repentant ( Le Repenti ) di Merzak Allouache il Medfilmfestival affronta dei temi sempre caldi delle terre nella sponda sud del Mediterraneo: si parla di Jihaidismo, di ritorno a casa e di un passato di violenza ancora da cancellare.
7° tappa Francia: Il mediterraneo non è solo storie di conflitti religiosi, emigrazione e rancori etnici mai sopiti. Il mediterraneo è anche l’avamposto dell’Occidente, la porta dell’Europa continentale. Il mediterraneo è anche la vita medio borghese di città come Roma, Madrid o Parigi. A ricordarcelo è la seconda prova da regista dell’attrice Sandrine Bonnaire ( Confidenze troppo intime, Patrice Leconte, 2004) J’enrage de son absence ( Maddened by his Absence).
8° tappa Pakistan: Geograficamente parlando il Pakistan non fa parte dei paesi mediterranei, ma è in parte pervaso dalle varie culture che compongono il mosaico delle nazioni che si affacciano sul nostro mare, a partire dalla religione. Noor di Çağla Zencirci e Guillame Giovannetti, coppia di registi profondamente mediterranea: lei di Ankara lui di Lyon, ci portano in viaggio per il nord del Pakistan seguendo il percorso di Noor. Il protagonista della pellicola, Noor ,non è ne uomo e ne donna, non fa più parte della comunità transgender pakistana ( Khusras ),ed è alla ricerca di un lago fatato che esaurisca il suo sogno: trovare una donna che lo ami per quello che (non) è. Una regia documentaria per un viaggio metafisico di una persona alla ricerca di un identità in un paese alla ricerca della sua natura.
Ultima tappa Roma: La diciottesima edizione del MEDFILM FESTIVAL si conclude. Per dieci giorni ha ricordato, soprattutto alla stessa città, che Roma è la capitale del Mediterraneo, riportandolo al suo ruolo naturale di faro tra le due sponde. Il festival ci lascia con il premio Amore e Psiche per il miglior lungometraggio a Parada di Srdjan Drajojevic,la Menzione Speciale al film Boiling Dreams di Hakim Belabbes, il riconoscimento Espressione Artistica all’attrice a Adila Bendimerad, protagonista del film Le Repenti di Merzak Allouache, un Riconoscimento Speciale della giuria al film Le cose Belle, di Agostino Ferrente e Giovanni Piperno e il premio open Eyes per il miglior documentario a Soldier/Citizen di Silvina Landsmann ( Israele) e a Les Invisibles di Sébastien Lifshitz ( Francia). Il festival è tornato in porto, con i suoi volti, le sue storie e le sue immagini del mondo che ci circonda, sperando che anche l’anno prossimo possa ancora navigare per le onde del Mediterraneo.

 

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