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I flussi migratori in Italia

di Matteo Buttaroni

immigrati.previewGli immigrati rappresentano l’8,2% della popolazione italiana, di cui circa la metà sono donne. Analizzando i flussi migratori l’Eurispes – nel Rapporto Italia 2013 – ha rilevato che la provenienza continentale in Italia continua ad essere per lo più europea, “anche se con una lieve diminuzione nel corso del triennio 2009-2011, durante il quale passa dal 53,6% al 53,4% del 2010, infine, al 50,8% del 2011”.
Se nel periodo di riferimento si è assistito ad una diminuzione delle provenienza europea si è verificato però un aumento di quella asiatica. In particolare si parla di una aumento che va dal 16,2% del 2009 al 18,8% del 2011.
La stragrande maggioranza degli immigrati in Italia è di nazionalità romena. Una comunità questa che conta 997 mila utenze regolari. Seguono immigrati di nazionalità marocchina, 506.369, mentre gli albanesi sono 491.495. Chiudono la “top five” la Cina con 277.570 e l’Ucraina con 223.782.
Sempre nel periodo preso in esame dallo studio risulta che è aumentato il tasso di natalità degli immigrati, mentre è diminuito quello degli italiani.
Un fenomeno allarmante, spiega l’Eurispes, è che il tasso di mortalità degli italiani è più alto di quello di natalità, cosa che non avviene per la porzione straniera per la quale accade l’esatto contrario: quindi “italiani sempre più vecchi e stranieri sempre più giovani”.
Guardando alla ripartizione territoriale si osserva che le regioni con il più alto numero di immigrati sono la Lombardia, con 974.288 unità; il Veneto con 457.328 e l’Emilia Romagna con 452.036. Seguono il Lazio con 425.583, il Piemonte con 359.348 e la Toscana con 321.874 unità.
Rispetto ai concittadini italiani la più alta percentuale di immigrati si registra in Emilia Romagna con il 10,4%, in Umbria con il 9,9%, in Lombardia con il 9,8% e in Veneto con il 9,4%.
Al Sud d’Italia la Regione che ospita più immigrati è la Campania con 149.761 stranieri. Per quanto riguarda invece l’incidenza sul territorio con la popolazione, la percentuale più alta è presentata dall’Abruzzo con il 5,2%.
Non solo per gli italiani, il matrimonio è in crisi anche per gli stranieri. Nel triennio 2009-2001 sono stati 14.215 i matrimoni tra un italiano e una donna straniera. Una diminuzione più che consistente rispetto al triennio precedente. A confermare questa crisi è il fatto che, rispetto al 2008, sono aumentati separazioni e divorzi. Nel primo caso si passa dall 7,1% del 2008, all’8,1% del 2010; nel caso dei divorzi, si passa dal 6% del 2008 al 7,7% del 2010.
Come negli anni passati rimane il lavoro il movente principale per l’emigrazione dal proprio paese di origine verso l’Italia. La collocazione principale è nel settore dei servizi, una scelta questa nel 2010 adottata dal 57% dei lavoratori stranieri. Segue il settore industriale con il 29,6% e l’Agricoltura con l’8,5%.
“Il 60,1% degli immigrati – spiega l’Eurispes – lavora nelle regioni del Nord, il 23,5% in quelle centrali e il 16,4% nel Sud e nelle Isole”.
Il 63,7% dei contribuenti stranieri si concentra ancora una volta al Nord, il 22,3% al Centro e il 14% al Sud e nelle Isole. Nella classifica stilata nel Rapporto Italia si legge che al primo posto tra i contribuenti stranieri si trovano i lavoratori di nazionalità romena, al secondo gli albanesi cui seguono marocchini, svizzeri e tedeschi.
Nonostante la brusca frenata del mercato immobiliare, dovuta alla crisi economica, sempre più stranieri, nel 2011, hanno deciso di acquistare una casa, riportando così il mercato in crescita rispetto all’anno precedente: nel 2009 gli acquisti immobiliari da parte di stranieri si attestavano al 14,8%, dato sceso al 9,2% nel 2010 e risalito al 10,9% nel 2011.

 

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