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Tutti i numeri della povertà sanitaria in Italia

di Mirko Spadoni

farmaci-1024x685Il Rapporto 2013 AIFA OsMed segnala come nei primi nove mesi del 2012 la spesa farmaceutica complessiva in Italia è stata pari a 14,9 miliardi di euro, di cui 9,2 a carico della spesa pubblica per una spesa pro capite di circa 17 euro al mese. Solo il 61% della spesa complessiva è stata a carico del Sistema sanitario nazionale, mentre il restante 38,5% è stato a carico della spesa privata delle famiglie (per compartecipazione, acquisti privati, acquisti di prodotti per automedicazione e acquisti con ricetta), con un esborso monetario di 5,7 miliardi di euro. Tra le famiglie italiane c’è però anche chi si è rivolto alla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus e così solo nel 2013 sono stati quasi 680 mila (il 57% dei quali italiani, il restante 43 straniero) i “clienti” della “carità farmaceutica” nazionale.
 Questo è quanto emerge da Donare per curare, il 1° Rapporto su donazione di farmaci e povertà sanitaria realizzato dall’Osservatorio nazionale sulla Donazione Farmaci (Odf), creato a giugno dalla Fondazione Banco Farmaceutico Onlus (Fbf) con lo scopo di garantire “una fonte di conoscenza pubblica” sui temi della povertà sanitaria. L’Osservatorio, composto da ricercatori dell’Università Cattolica e dell’Università statale di Milano coordinati da Giancarlo Rovati, ordinario di Sociologia generale dell’ateneo del Sacro cuore, ha analizzato “i dati provenienti dalla giornata annuale di raccolta del farmaco annuale, dalle donazioni delle aziende farmaceutiche, dai sistemi di monitoraggio degli oltre 1.500 enti caritativi che fanno parte della rete servita dal Banco Farmaceutico, nato a Milano nel 2000 dalla collaborazione attiva tra Compagnia delle Opere e Federfarma e ora presente con la giornata di raccolta in 89 province italiane”. Emerge così che il valore complessivo delle confezioni donate (1.162.859, in aumento rispetto alle 657.537 del 2012) è di 8,2 milioni di euro, la maggior parte delle quali (il 75%, ovvero circa 800 mila confezioni) garantito dalle 24 aziende coinvolte (piccolo inciso: Mylan, Eg, Ibsa, Doc generici e Crinos sono risultate tra le più attive), che hanno donato “in modo ricorrente, sulla base delle richieste inoltrate dal Banco Farmaceutico e delle disponibilità effettive” i farmaci “appartenenti alle più diverse classi e tipologie farmacologiche, in grado di curare un’ampia varietà di malattie acute e/o croniche”. Ma i medicinali donati dalle società potrebbero essere molti di più. Il motivo? “La crescente disponibilità della aziende a donare alcuni tipi di farmaci alla rete della FBF deve – denuncia il rapporto – fare tuttora i conti con una serie di vincoli normativi e burocratici, che sarebbe opportuno modificare per rendere più efficiente il processo decisionale e la programmazione operativa”. Fondamentale anche l’apporto delle farmacie, “che hanno un ruolo centrale nel sistema di donazione dei farmaci essendo sin dall’origine protagoniste della Giornata di Raccolta del Farmaco (GRF) e fulcro del progetto Recupero farmaci validi non scaduti”. In tutto, le farmacie che hanno aderito – raccogliendo 350 mila confezioni con il coinvolgimento di 12 mila volontari – sono state 3.666, distribuite in tutte le regioni ad eccezione del Molise. Le regioni che hanno visto il coinvolgimento di un maggior numero di farmacie sono: Lombardia (879), Piemonte (412) e Emilia Romagna (365). Tutte e tre hanno poi fornito un contributo importante, raccogliendo ben 193.391 confezioni, 109.435 nella sola Lombardia. Alla catena della distribuzione partecipano anche le organizzazioni non profit, “che rappresentano – si legge nel rapporto – altrettante antenne in grado di intercettare il bisogno per lo più silenzioso, ma reale di migliaia di indigenti bisognosi di cure”. In tutto il 2013 gli enti, che “hanno intrattenuto rapporti con la Fbf, sono stati 1.056. “La massima concentrazione territoriale – rivela lo studio – si registra ancora in Lombardia dove operano 328 enti (il 22% del totale); l’Emilia Romagna supera, in questo caso, il Piemonte avendo 189 enti (il 12,5%) rispetto a 171 (l’11,4%)”. Con ben un milione e 600 mila confezioni di medicinali raccolte, la Fondazione offre così il suo importante contributo in un Paese come l’Italia dove, come rivela l’indagine Istat Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari (realizzata con il sostegno del ministero della Salute e delle Regioni), nel corso del 2012, l’11% della popolazione ha ammesso di aver rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria erogabile dal Sistema sanitario nazionale, pur ritenendo di averne bisogno. 
E così emerge che nel 2012 il 14,3% delle persone con più di 14 anni ha scelto di non curarsi. Una decisione difficile da prendere, ma motivata – nell’85,3% dei casi – dalle crescenti difficoltà economiche. Dati certificati anche dall’ultimo monitor economico di Tecnè per TGCOM24, datato 9 gennaio del 2014. Nel rapporto si rileva che nel corso degli ultimi dodici mesi il 41% degli italiani (il 7% in più su base annua) “ha ridotto le spese per la salute (analisi cliniche, dentista, visite specialistiche, ecc.)”.

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