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La bozza della legge elettorale

elezioniIl testo base della riforma elettorale è stato depositato in Commissione Affari Costituzionali alla Camera dopo aver ottenuto anche la sottoscrizione del Nuovo Centrodestra. Tre quindi i firmatari: Partito democratico, Forza Italia e il partito di Alfano. Scelta Civica non ha firmato, pur riconoscendolo come testo base.
La firma del gruppo guidato da Angelino Alfano è arrivata solo dopo la cancellazione della norma “salva-Lega”: un clausola, già presente nel Porcellum, che avrebbe consentito ai partiti che non raggiungono il 5% a livello nazionale, di superare lo sbarramento e sedere comunque in Parlamento, presentando il 10% dei consensi in almeno tre Regioni. Uno dei punti cardine del testo è il premio di maggioranza del 18% a chi raggiunge almeno il 35% dei voti a livello nazionale facendo ottenere al vincitore un totale di 340 seggi alla Camera. Questo al primo turno. Ma alla lista o alla coalizione che abbia ottenuto il maggior numero di voti al turno di ballottaggio viene assegnata una quota di seggi pari a 327 seggi”. I restanti 290 verranno ripartiti proporzionalmente alla controporte.
Altra clausola riguardante il ballottaggio è quella che esclude gli apparentamenti: “In caso di ballottaggio, tra il primo turno di votazione e il ballottaggio non sono consentiti ulteriori apparentamenti fra liste o coalizioni di liste presentate al primo turno con le due liste o coalizioni di liste che hanno accesso al ballottaggio medesimo”.
Questione importante: stop alle candidature multiple: “Nessun candidato può essere incluso in liste con il medesimo contrassegno o con diversi contrassegni in più di un collegio plurinominale”. Per quanto riguarda l’assegnazione dei seggi, quelli “spettanti alla circoscrizione sono assegnati in collegi plurinominali nei quali è assegnato un numero di seggi non inferiore a tre e non superiore a sei, fatti salvi gli eventuali aggiustamenti in base ad esigenze derivanti dal rispetto di criteri demografici e di continuità territoriale”. “La lista – si legge ancora nel testo – è formata da un numero di candidati pari almeno alla metà del numero di seggi assegnati al collegio plurinominale e non superiore al numero di seggi assegnati al collegio plurinominale”.
La ripartizione dei seggi, su scala nazionale, funzionerà in questo modo: “Tra le coalizioni di liste e le liste, procede al riparto dei seggi in base alla cifra elettorale nazionale di ciascuna di esse. A tale fine divide il totale delle cifre elettorali nazionali di ciascuna coalizione di liste o singola lista per il numero dei seggi da attribuire, escluso il seggio corrispondente al collegio uninominale della Valle d’Aosta, ottenendo così il quoziente elettorale nazionale. Nell’effettuare tale divisione non tiene conto dell’eventuale parte frazionaria del quoziente. Divide poi la cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione di liste o singola lista per tale quoziente. La parte intera del quoziente così ottenuta rappresenta il numero dei seggi da assegnare a ciascuna coalizione di liste o singola lista”.
“A pena di inammissibilità, nel complesso delle candidature circoscrizionali di ciascuna lista nessuno dei due sessi può essere rappresentato in misura superiore al cinquanta per cento, con arrotondamento all’unità superiore, nella successione interna delle liste nei collegi plurinominali non possono esservi più di due candidati consecutivi del medesimo genere”, questo vuol dire che la nuova legge elettorale prevede l’obbligo di riservare il 50% dei posti delle liste alle donne.
Vediamo ora le soglie di sbarramento. Come anticipato nei giorni scorsi sono tre e prevedono il superamento del 12% per le coalizioni, con una soglia interna del 5% per ogni partito, mentre i gruppi al di fuori delle coalizioni dovranno raggiungere l’8% dei voti a livello nazionale.

 

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