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Verso una nuova visione della giustizia

di Francesca Pucci

giustiziaAssenza di trasparenza e una mancata coscienza politica sul problema. I dati delle carceri e un quadro dei tempi effettivi della giustizia infatti non sono noti, se a questo aggiungiamo una volontà politica spesso distorta dai sentori giustizialisti allora una riforma in materia che affronti con fermezza il problema è lungi dall’arrivare. Ma una maggioranza per la riforma che introduca amnistia e indulto c’è, considerando le forze in campo ed escludendo solo M5S e Fratelli D’Italia, all’appello manca solo il Pd.
E alla scadenza della sentenza di Strasburgo mancano meno di due mesi.
Mercoledì 9 aprile al convegno “Amnistia, indulto e clemenza Dall’emergenza carceri ad una nuova visione della giustizia”, organizzato da Il Rottamatore, si è fatto il punto sui possibili sviluppi e ricadute sociali con Enrico Costa, viceministro della Giustizia, Valerio Spigarelli presidente Unione camere penali, Luigi Compagna, senatore Ncd, e Rita Bernardini segretaria nazionale di Radicali italiani.
Non c’è ripresa del Paese senza riforme, a partire da quella della giustizia. Quali sono le prospettive future? Secondo Enrico Costa un tema cardine da affrontare è quello della custodia cautelare che viene esaminato in un testo al momento in commissione Giustizia alla Camera.
“È importante l’innovazione – introdotta alla Camera e confermata al Senato – in base alla quale il giudice deve escludere l’applicazione della custodia cautelare e degli arresti domiciliari se ritiene che l’eventuale pena possa essere sospesa ai sensi dell’articolo 656 comma 5 del codice di Procedura penale”.
Parlando di indulto, il viceministro della Giustizia ha ricordato come “una parte non irrilevante della popolazione carceraria che ha fruito dell’indulto nel 2006 sia rientrata in carcere. Non sempre – spiega Costa – le statistiche fanno la fotografia della realtà, ma i numeri sono questi. È fuori dubbio che entro il 28 maggio l’Italia è chiamata a una sfida molto importante e il tema è all’ordine del giorno degli incontri con il ministro Orlando. Prevedere se possa esserci una maggioranza politica per varare una riforma su amnistia e indulto non è certo prerogativa del governo”.
“Il carcere italiano – ha detto Valerio Spigarelli, presidente Unione camere penali – è una forma di tortura dei detenuti. La custodia cautelare, di cui si abusa, è già una pena. Ma la soluzione delle soluzioni, amnistia e indulto, in questo momento non si riesce ad affrontare. Occorre un mutamento del sistema, la pena non è una vendetta sociale. La classe politica non sa, negli ultimi tre anni non ha fatto che inasprire i reati legati alla strada. Si ipotizza il reato di omicidio stradale con una pena fino a 16 anni, senza sapere che nel codice Rocco del periodo fascista per l’omicidio colposo la condanna è a 21 anni, in pratica un’equiparazione. Non c’è conoscenza dei principi della giustizia questo, è solo un modo per riempire le carceri, non riduce gli incidenti stradali”.
A concludere Rita Bernardini, segretaria nazionale di Radicali italiani, che mette in luce la poca trasparenza dell’informazione sulle carceri e la mancanza di interesse di media e influencer. “I tempi prolungati sono un’arteria intasata della giustizia italiana, una classe politica che pensa di fare le riforma senza un monitoraggio serio sui dati è un’amministrazione cieca”. Per mantenere alta la soglia di attenzione su un problema profondo nel paese Maria Antonietta Calabrò, giornalista del Corriere della Sera, ha lanciato lanciando l’ashtag #siamotuttiradicali concludendo i lavori.

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