A luglio retribuzioni contrattuali a +1,1%
Alla fine di luglio 2014 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 41,0% degli occupati dipendenti e corrispondono al 38,9% del monte retributivo osservato. Nel mese di luglio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie rimane invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell’1,1% nei confronti di luglio 2013. Complessivamente, nei primi sette mesi del 2014 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,3% rispetto al corrispondente periodo del 2013. Con riferimento ai principali macrosettori, a luglio le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell’1,4% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
I settori che a luglio presentano gli incrementi tendenziali maggiori sono: telecomunicazioni (3,1%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,0%) ed estrazione minerali (2,9%). Si registrano variazioni nulle in tutti i comparti della pubblica amministrazione e una variazione negativa nel settore dei trasporti, servizi postali e attività connesse (-0,3%). Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di luglio sono stati recepiti quattro accordi e solo uno è scaduto.
Tensione contrattuale
Nel mese di luglio la quota di dipendenti in attesa di rinnovo per l’insieme dell’economia è pari al 59,0%, in diminuzione rispetto al mese precedente (61,4%). I mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 31,0, in aumento rispetto allo stesso mese del 2013 (25,8). L’attesa media calcolata sul totale dei dipendenti è di 18,3 mesi, in crescita rispetto ad un anno prima (13,6). Con riferimento al solo settore privato la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è pari al 47,0%, in lieve diminuzione rispetto al mese precedente (50,1%) e in decisa crescita rispetto a luglio 2013 (38,9%). Per lo stesso settore i mesi di attesa per i dipendenti con il contratto scaduto sono 16,1, mentre l’attesa media è di 7,5 mesi considerando l’insieme dei dipendenti del settore.
L’andamento di tali indicatori, che consentono di monitorare la tensione contrattuale per l’intera economia, è presentato nelle successive figure, che riportano la quota di dipendenti con contratto scaduto e la durata (in mesi) della vacanza contrattuale, sia per coloro che attendono il rinnovo (indicatore specifico), sia per l’insieme dei dipendenti appartenenti al settore di attività economica di riferimento (indicatore generico).
(fonte: Istat)