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Come sta la Grecia

antonis_samarasUn po’ “dimenticata” dai media – o almeno così appare rispetto alle scene di protesta per le strade e nelle piazze che pochi anni fa facevano il giro del mondo – la Grecia è un paese ancora in difficoltà, seppur in lieve ripresa. Intendiamoci, quando parliamo di ripresa per Atene ci riferiamo soprattutto ad una serie di misure concordate con l’Europa per la ristrutturazione del debito che stanno portando i loro frutti. Se si pensa ad altro, il discorso cambia e di molto. Da un lato, ad esempio, Atene ha registrato nel secondo trimestre una contrazione del Pil dello 0,2%, mentre nel periodo precedente era stata dello 0,9%. Si tratta in ogni caso del minore ribasso dal 2008, da quando cioè è cominciata la recessione. Sul fronte della disoccupazione, i numeri restano allarmanti (con tutto ciò che ne deriva, crisi dei consumi e deflazione). Secondo le ultime rilevazioni Eurostat diffuse il 29 agosto, il tasso di disoccupazione si attesta a maggio al 27,2% (quella giovanile addirittura al 53,1%).
Passi in avanti, certamente, Atene li ha comunque fatti. Rispettando i patti con la Troika (Commissione europea-Bce-Fmi) che riguardano alcuni aspetti cruciali (debito pubblico, pressione fiscale, licenziamenti nel settore pubblico, temi che peraraltro verranno “rinegoziati” nelle prossime ore), la Grecia è riuscita a passare dal livello Caa3 al livello Caa1 (manca poco, per dirla in altri termini, all’uscita dall’area ad “alto rischio”) secondo la graduatoria dell’agenzia di rating Moody’s. Una circostanza che ha reso la Grecia un caso più “sicuro” del nuovo rischio default dell’Argentina. Un paragone che serve a rendere l’idea e che è giunto di recente dal neopresidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, in visita nella capitale ellenica. Concetto ribadito in quest’ottica dal premier greco, Antonis Samaras: “La Grecia ha evitato quello che l’Argentina non è riuscita ad evitare, quando alcuni suggerivano di seguire l’esempio di un default caotico. È stato possibile perché la Grecia è rimasta sotto l’ombrello europeo”.
I guai in vista per Atene sono in verità gli stessi che coinvolgono gli altri paesi europei e dipendenti dalle contingenze extra Ue. In primis la crisi ucraina, con le sanzioni alla Russia che potrebbero destabilizzare nuovamente l’economia ellenica. Mosca, infatti, è il più grande partner commerciale della Grecia, con un valore degli scambi che complessivamente ha raggiunto i nove miliardi di euro nel 2013, superando quelli con la Germania. Uno degli ambiti che potrebbe immediatamente risentirne è il turismo – un settore in fondo trainante – con una perdita al momento stimata in 300 milioni di euro.

 

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