Quando le vittime sono bambini e adolescenti
Nel mondo una ragazza su dieci sotto i vent’anni su dieci, per un totale di 120 milioni di under 20, ha subito almeno una volta un abuso di tipo sessuale. E’ quanto rilevato dall’Unicef e spiegato nel Rapporto Hidden in Plain Sight, un’analisi che prende in esame i dati statistici relativi alle violenze sui minori di 190 Paesi.
Dallo studio (basato su dati riguardanti abusi sessuali, omicidi, bullismo, punizioni corporali e violenza domestica) emerge che 84 milioni di adolescenti di età compresa tra i 15 ed i 19 anni (un adolescente su tre), aventi relazione stabile, sono vittime di violenza psicologica, fisica o sessuale da parte del partner. “La diffusione di comportamenti violenti da parte del partner – spiega l’Unicef – è di oltre il 70% nella Repubblica Democratica del Congo e in Guinea Equatoriale, e si avvicina o supera il 50% in Uganda, Tanzania e Zimbabwe”.
Passando agli omicidi lo studio a rilevato che un quinto degli omicidi del mondo ha per vittime under-20 e solo nel 2012 sono stati 95.000 i bambini, o adolescenti, morti assassinati. Il Paese che riporta il più alto numero di omicidi di giovani è la Nigeria con 13 mila l’anno. Negli Stati Uniti si registra invece il più alto numero di omicidi tra i Paesi ad alto reddito. In Paesi come Panama, Venezuela, El Salvador, Trinidad e Tobago, Brasile, Guatemala e Colombia l’omicidio è la causa principale di morte di giovani tra i dieci ed i 19 anni.
Circa tre adulti su dieci è convinto che le punizioni corporali severe, cui sono sottoposti il 17% dei bambini dei bambini del mondo, siano giustificabili per l’educazione del bambino. Addirittura l’82% degli intervistati dello Ngwana, Paese nel Sud dell’Africa, ritiene che le pene corporali siano necessarie. In Ciad, Egitto e Yemen il 40% dei bambini tra i due ed i 14 anni ha subito punizioni fisiche dure.
Allarmanti anche i dati relativi all’atteggiamento nei riguardi della violenza domestica: 126 milioni di adolescenti tra 15 e 19 anni di età, dunque circa la metà, ritiene giusti gli atti di violenza da parte del marito nei confronti della moglie. Una pratica che trova assenso nell’80% dei casi in Afghanistan, Guinea, Giordania, Mali e Timor Est.
Ci sono anche Paesi come ad esempio la Cambogia, la Mongolia, il Pakistan, il Ruanda e il Senegal, dove le donne che ritengono giuste le percosse da parte dei mariti superano anche i maschi. In 30 Paesi su 159 (dove sono disponibili dati di questo tipo) il 70% delle vittime tra i 15 ed i 19 anni non ha chiesto aiuto o denunciato mai atti di violenza.