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Il Venezuela a rischio default?

di Mirko Spadoni

Nicolás-MaduroIl Venezuela rischia moltissimo. A metà ottobre scadono infatti sei miliardi di dollari di titoli di Stato, un debito ingombrante e che secondo molti analisti Caracas non sarà in grado di onorare. “In 15 anni di rivoluzione, il Venezuela ha sempre fatto fronte ai suoi obblighi e quest’anno non sarà un’eccezione”, ha assicurato soltanto qualche giorno fa il presidente della Repubblica Bolivariana Nicolas Maduro. Ma al di là delle rassicurazioni – fondate o meno – del successore di Hugo Chavez a poche settimane dalla fatidica scadenza, il Venezuela sta vivendo una situazione paradossale.
Forte delle proprie riserve petrolifere (ogni anno Caracas esporta petrolio per 100 miliardi di dollari) e di una delle maggiori riserve accertate di gas al mondo (196mila miliardi di piedi cubici), Caracas non dovrebbe avere problemi a ripagare i propri debitori. Eppure non è così. Il Paese sudamericano, dove soltanto il 13,3% della popolazione ha più di 55 anni, è alle prese con un alto tasso di criminalità e di corruzione: il Venezuela occupa il 160esimo posto sui 177 disponibili nella graduatoria di Transparency International, che classifica (in ordine crescente) i Paesi in base alla percezione della corruzione. Senza per questo dimenticare l’elevato tasso di l’inflazione che ad agosto era pari al 63% su base annua. “Ma il fattore più inquietante – osserva Il Sole 24 Ore – è l’aumento dei prezzi alimentari, superiore al 90%”. Garantirsi un pasto non è l’unico problema dei cittadini venezuelani, moltissimi sono infatti quelli a non avere neanche una casa. Un problema non di poco conto e che il governo sembra comunque intenzionato a risolvere, centrando l’obiettivo del Programma Misión Gran Vivienda Venezuela, inaugurato nel 2011 per far fronte al deficit abitativo del Paese: costruire tre milioni di abitazioni entro il 2019. Anche pagando il proprio debito, il Venezuela – dove il tasso di istruzione è al 95,2% e l’aspettativa di vita è pari a 73 anni (dati Banca Mondiale) – resterà comunque uno dei posti meno sicuri al mondo: nel 2013 gli assassinii sono stati 24.763, in aumento rispetto ai 21.692 dell’anno precedente, secondo l’Osservatorio Venezuelano della Violenza (OVV). Emerge così che il tasso di omicidi è di 79 ogni 100.000 abitanti. I dati dell’Osservatorio non trovano tuttavia conferma in quelli del governo: secondo Caracas, il tasso di omicidi è infatti pari a 39 morti violente ogni 100.000 abitanti (-30% rispetto al 2012). Ma anche prendendo per vere le stime governative, il tasso di omicidi è comunque altissimo e rappresenta sicuramente un fattore deterrente per gli investitori esteri. Così come la corruzione: uno studio della Banca Mondiale (How Bribery Distorts Firm Growth: Differences by Firm Attributes di M.Seker e J.S. Young) dimostra che le imprese costrette a fronteggiare una pubblica amministrazione corrotta e devono pagare tangenti crescono in media quasi del 25% di meno rispetto a tutte quelle aziende che non sono costrette a fare i conti con tale problema.

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