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Peggiora il clima di fiducia delle imprese

lavoro_impreseChe il periodo non sia dei più rosei lo dimostra il clima di fiducia delle imprese che a settembre, fa sapere l’Istat (espresso in base 2005=100), scende a 86,6 da 88,1 di agosto. Il clima di fiducia delle imprese peggiora in tutti i settori: manifatturiero, dei servizi di mercato, delle costruzioni e del commercio al dettaglio. In particolare nel mese di settembre l’indice destagionalizzato del clima di fiducia delle imprese manifatturiere si attesta a 95,1 da 95,4 del mese precedente. Migliorano le attese di produzione (da 1 a 2 il saldo) ma peggiorano i giudizi sugli ordini (da -25 a -27); il saldo relativo ai giudizi sulle scorte di magazzino rimane stabile a 3. L’indice del clima di fiducia sale da 94,7 a 95,5 per i beni di consumo e da 95,6 a 96,0 per i beni strumentali, mentre scende da 96,8 a 95,8 per i beni intermedi. I giudizi sugli ordini migliorano nei beni strumentali (da -23 a -21), peggiorano nei beni di consumo e nei beni intermedi (da -27 a -28 e da -21 a -27, rispettivamente); il saldo dei giudizi sulle scorte di prodotti finiti passa da 4 a 2 nei beni di consumo, da 4 a 3 nei beni intermedi e da 2 a 3 nei beni strumentali. Le attese sulla produzione migliorano nei beni di consumo e nei beni intermedi (da 2 a 3 e da -4 a -2, rispettivamente) e rimangono stabili (a 5) nei beni strumentali.
L’indice del clima di fiducia del settore manifatturiero – prosegue l’Istat sale da 90,2 a 91,6 nel Centro e da 87,4 a 90,1 nel Mezzogiorno, ma scende da 100,3 a 99,9 nel Nord-ovest e da 95,5 a 95,3 nel Nord-est. I giudizi sugli ordini peggiorano nel Nord-ovest e nel Nord-est (da -21 a -22 e da -21 a -23, rispettivamente) e rimangono stabili nel Centro e nel Mezzogiorno (a -29 e a -40, rispettivamente). Il saldo dei giudizi sulle scorte di prodotti finiti passa da 3 a 6 nel Nord-ovest, da 2 a -2 nel Centro e da -2 a -10 nel Mezzogiorno, mentre rimane stabile (a 4) nel Nord-est. Le attese di produzione migliorano nel Nord-ovest e nel Nord-est (da -1 a 2 e da 0 a 1, rispettivamente) e rimangono stabili nel Centro e nel Mezzogiorno (a 0).
“Secondo le consuete domande rivolte a cadenza trimestrale alle imprese manifatturiere che svolgono attività d’esportazione – rende noto ancora l’Istituto nazionale di statistica –, nel terzo trimestre dell’anno peggiorano sia i giudizi sia le attese sul fatturato. Scende da 7 a 5 il saldo destagionalizzato relativo al rapporto fra prezzi all’export e interni; sale dal 30% al 35% la quota delle imprese interpellate che lamenta la presenza di significativi ostacoli all’attività di esportazione; tra questi, aumentano quelli legati ad altri motivi, rimangono stabili quelli legati ai costi, ai tempi di consegna, ai finanziamenti, alla burocrazia e alla qualità dei prodotti. Tra le destinazioni delle esportazioni aumenta l’incidenza dei paesi Ue; la Germania e la Cina continuano ad essere considerate fra i maggiori concorrenti internazionali”.

La fiducia delle imprese di costruzione
L’indice del clima di fiducia delle imprese di costruzione scende a 75,4 da 76,7 di agosto; rimangono stabili i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -48) ma peggiorano le attese sull’occupazione (da -22 a -23). L’indice del clima di fiducia sale da 92,4 a 97,7 nei lavori di costruzione specializzati ma scende da 62,6 a 59,8 nella costruzione di edifici e da 83,0 a 77,5 nell’ingegneria civile. I giudizi sugli ordini migliorano nei lavori di costruzione specializzati (da -44 a -37 il saldo) ma peggiorano sianella costruzione di edifici (da -57 a -60), sia nell’ingegneria civile (da -26 a -28); le attese sull’occupazione migliorano nei lavori di costruzione specializzati (da -17 a -16) ma peggiorano sia nella costruzione di edifici (da -29 a -31), sia nell’ingegneria civile (da -11 a -19).

La fiducia delle imprese dei servizi di mercato
L’indice del clima di fiducia delle imprese dei servizi scende a settembre a 84,9 da 87,4 di agosto. Peggiorano i giudizi sugli ordini, il cui saldo passa da -11 a -17, sono stabili a -5 le relative attese; diminuiscono leggermente le attese sull’andamento dell’economia italiana (da -33 a -34 il saldo). Circa l’occupazione, migliorano sia i giudizi (da -20 a -16) sia le relative attese (da -16 a -11); regrediscono i giudizi sull’andamento degli affari (da -6 a -11) e scende a -11 da -10 il saldo relativo alla dinamica dei prezzi di vendita. Nel dettaglio settoriale, il clima di fiducia aumenta solo nell’informazione e comunicazione (da 74,6 a 93,4) e scende in tutti gli altri settori considerati. L’indice si riduce nei trasporti e magazzinaggio (da 111,4 a 82,8), nei servizi turistici (da 68,7 a 68,2) ed in quelli alle imprese (da 88,0 a 84,8). I giudizi sugli ordini regrediscono ovunque, tranne che nei servizi alle imprese e le relative attese, invece, progrediscono solo nell’informazione e comunicazione. Le attese sull’economia italiana migliorano nei servizi turistici e nell’informazione e comunicazione e peggiorano nei rimanenti due settori. Nel dettaglio territoriale, infine, il clima di fiducia diminuisce in tutte le ripartizioni territoriali: scende nel Nord-ovest da 91,6 a 90,4, nel Nord-est da 77,8 a 71,7, al Centro da 88,8 a 86,7 e nel Mezzogiorno da 92,9 a 89,4.

La fiducia delle imprese del commercio al dettaglio
Nel commercio al dettaglio il clima di fiducia scende da 97,7 in agosto a 92,5. Peggiora, in particolare, sia il saldo dei giudizi sulle vendite correnti (da -23 a -28) che quello relativo alle attese sulle vendite future (da 3 a -4); in accumulo sono giudicate le giacenze di magazzino (da -2 a 1 il saldo della variabile). La fiducia si conferma in peggioramento in entrambe i circuiti, passando da 96,5 a 90,5 nella grande distribuzione e da 99,3 a 94,8 in quella tradizionale. Nella prima, il saldo dei giudizi sulle vendite correnti diminuisce da -14 a -17 e quello relativo alle attese sulle vendite future da 17 a 6; nella seconda, il saldo dei giudizi sulle vendite correnti peggiora da -32 a -38 e quello relativo alle attese sulle vendite future perde da -9 a -13. Quanto alle scorte di magazzino, il saldo della variabile passa da -1 a 4 nella grande distribuzione e da -4 a -2 in quella tradizionale.

(fonte: Istat)

 

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