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Digitale, in Italia pochi investimenti

di Matteo Buttaroni

agenda_digitaleSiamo sempre lì. In Italia si investe poco e, come successo ad altri settori, anche quello del digitale ha risentito molto della crisi economica, tanto da registrare cali negli incassi per cinque anni di fila. Per mercato digitale s’intende l’insieme delle spese fatte da Pubblica amministrazione, imprese private e consumatori per i servizi ITC (Information and Communication Technlology – le tecnologie dell’informazione e della comunicazione), comprendendo quindi anche la spesa per software, hardware, servizi online e servizi di telecomunicazioni.
Mentre nelle maggiori economie il mercato digitale è andato sempre in crescendo, in Italia tra il 2010 e il 2014 è sceso di circa sette miliardi, passando da 70,8 miliardi di euro a 63,8 miliardi. Guardando più nel dettaglio alle singole voci riportate da NetConsulting si può notare come il calo più pesante sia stato registrato in quella recante i Servizi di rete, per i quali la spesa è passata dagli oltre 30 miliardi del 2010 ai poco più di 23 miliardi dell’ultimo anno preso in esame. Più contenuti i cali riportati da Servizi Ict (da 10,9 miliardi a 10,1) e da Dispositivi e Sistemi (da 17,6 a 16,9 miliardi). In lieve aumento, invece, la spesa per eContent e digital Advertising (da 6,2 a 8 miliardi) e da Software e soluzioni Ict (da 5,1 a 5,6 miliardi di euro).
Il 2014, al tempo stesso, ha segnato però il rallentamento del crollo della spesa e fa ben sperare per l’anno in corso. Mentre tra 2012 e 2013 si è assistiti a un -4,4%, tra il 2013 ed il 2014 il calo è stato del 2%. Le stime per il 2015 indicano una crescita dell’1% a 64, 5 miliardi di euro.
Mentre il nostro mercato digitale tra il 2009 e il 2012 scendeva dell’1,8%, nello stesso periodo quello mondiale saliva in media del 3,8% sul 2012. Merito soprattutto del +6,6% riportato dal mercato digitale dell’area Asia Pacifico e ai +5,8% e 3,5% di America Latina e Nord America.
Altro confronto pesante è quello sugli investimenti pubblici e privati in servizi Itc: nel nostro Paese si attestano infatti al 4,8% del Pil, nell’Unione europea la media sale invece al 6,5% (circa 25 miliardi di euro di differenza) e ancora meglio fanno la Germania, con il 6,8%, il Regno Unito, con il 9,6%, e la Francia con il 7%.
Ancora più drammatico il quadro riguardante i soli investimenti delle imprese. Già nel 2014 la spesa delle imprese italiane in tecnologie è stata il 2,1% del proprio fatturato. Dato in calo rispetto al 2,5% del 2013 e per il quale si prevede un ulteriore calo al 2% nell’anno in corso. Il trend è strettamente legato ad una fase di rassegnazione che, secondo il rapporto CIO 2014 redatto dal Politecnico di Milano, interessa il 37% dei CIO italiani (i Chief information officer, ovvero i responsabili del comparto Itc delle aziende), secondo i quali il budget riservato fino ad oggi dalle aziende sarebbe più che sufficiente.
Una fetta di professionisti ai quali si aggiunge un 12% che ammette di aver dovuto tagliare investimenti ritenuti, tuttavia, interessanti. Tra i Cio italiani c’è anche un 9% che spiega di non riuscire proprio a destinare parte del budget a investimenti, a causa delle esigenze di continuità.

(articolo pubblicato il 14 gennaio 2015 su Tgcom24)

 

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