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L’impatto della deflazione sulle famiglie

spesa_consumi_famiglieTanti sono i motivi che hanno convinto la Banca centrale europea ad avviare il Quantitative easing, il programma d’acquisto sul mercato di titoli di Stato. Primo fra tutti, alzare – attraverso una maggiore circolazione di denaro – il tasso di inflazione, almeno poco al di sotto del 2% come è nelle prerogative della Bce. A dicembre, infatti, l’indice dei prezzi al consumo nell’Eurozona è diminuito dello 0,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, risultando in calo anche nel confronto con il dato (positivo) di novembre (+0,3%). Determinante, come spiegato dall’Eurostat, il crollo del prezzo dell’energia (-6,3%).
La deflazione nasconde parecchie insidie. La costante riduzione dei prezzi, ad esempio, induce il consumatore (o le imprese) a rinviare l’acquisto di ciò di cui ha bisogno (o eventuali investimenti) con la speranza che i prezzi scendano ulteriormente. Questo spiega perché conseguire un tasso di inflazione attorno al 2% sia uno degli obiettivi principali della Banca centrale europea.
Quella deflattiva è una dinamica verificatasi anche in Italia, dove la frenata dei prezzi registrata durante il 2014 ha coinvolto tutte le tipologie di famiglie. Tuttavia, precisa l’ISTAT, il rallentamento dei prezzi al consumo registrato tra il primo e quarto trimestre dell’anno appena trascorso (da +0,5% a +0,1%) è stato più marcato per i nuclei familiari che spendono meno rispetto a quelli che, invece, sono soliti spendere di più.
La causa? La flessione dei prezzi dei beni energetici e dei beni alimentari. L’incidenza di queste due voci di spesa è infatti più che doppia nel bilancio dei nuclei familiari con una minore capacità di spesa rispetto a quelle dell’ultimo gruppo.
Le famiglie con una minore capacità di spesa sono quelle che, pertanto, hanno beneficiato in misura maggiore del rallentamento dell’inflazione verificatosi nel corso del 2014. Diversamente da quanto accade nei periodi durante i quali si registra una crescita – più o meno marcata – dei prezzi al consumo: nel periodo compreso tra il 2005 e il 2014 (con 5 anni su 9 con inflazione pari o superiore al 2%) l’indice dei prezzi al consumo è infatti aumentato complessivamente del 21,8% per le famiglie con la spesa media più bassa contro il 18,2% registrato per le quelle con la spesa più alta.

(articolo pubblicato il 26 gennaio su Tgcom24)

 

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