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Auto di proprietà o car sharing: cosa conviene di più

di Mirko Spadoni

traffico_cittàDi recente diversi automobilisti italiani hanno deciso di servirsi – con più o meno frequenza, a seconda dei casi – di un servizio (il car sharing) che permette di evitare i costi dovuti al possesso di un auto. Sono pochissimi, però, quelli che si dicono disposti a privarsi del tutto del proprio mezzo.
Ad esempio, a soli quindici mesi dal suo esordio, Enjoy, il car sharing realizzato da Eni in partnership con Fiat e Trenitalia, ha ottenuto buoni risultati: gli iscritti al servizio sono 250 mila mentre i noleggi nelle città dove è attivo (Milano, Firenze e Roma) sono stati 2,5 milioni. Così sono tanti gli italiani che hanno usufruito di un servizio che consente di evitare i costi dovuti al possesso di automobile, ma il car sharing conviene realmente?
Secondo una stima dell’Unione nazionale consumatori, elaborata su dati dell’Automobile Club d’Italia (Aci), nel 2013 la spesa media ad autovettura è stata pari a 3.101 euro. Gli italiani con un’auto hanno sborsato mediamente 1.205 euro per rifornirsi del carburante necessario, 180 per i pneumatici, 647 per la manutenzione e la riparazione del veicolo, 223 per il ricovero ed il parcheggio, 122 per i pedaggi autostradali, 136 per il bollo, 507 per l’Rc auto, 48 euro per le multe e 33 euro per la revisione del veicolo. Il car sharing può essere una soluzione solo per evitare l’acquisto della seconda auto, sostiene l’Unc. Vediamo perché.
Per valutare la convenienza o meno del car sharing, chi ha condotto lo studio ha deciso di prendere in considerazione la città di Milano. Il motivo? Oltre ad aver introdotto per primo il car sharing nel settembre 2001, il capoluogo lombardo è il centro urbano più caro per gli automobilisti italiani, con il record di multe, parcheggi da 2 euro all’ora e per la presenza dell’Area C, la congestion charge che regola gli ingressi nel centro della città con 5 euro ad accesso.
Il possesso e l’utilizzo di una vettura richiedono ad cittadino milanese una spesa media pari a 4.690 euro l’anno, osserva l’Unc. Una somma, questa, decisamente inferiore rispetto a quella richiesta a chi decide di usufruire del car sharing che, se si considera una formula di abbonamento giornaliero moltiplicato per 230 giorni lavorativi, varia tra 11.270 e 13.800 euro. Se invece consideriamo un uso poco intensivo dell’automobile (tre spostamenti a settimana per 46 settimane), il discorso prende una piega diversa: rispetto all’auto privata, che in questo caso costa 2.418 euro all’anno, il costo annuo del car sharing oscilla tra i 1.653 ai 5.332 euro annui.
C’è un però. I calcoli dell’Unc sono influenzati dalla presenza dell’Area C e dal caro sosta. Se invece si considera quanto si spende mediamente in Italia per un parcheggio (223 euro contro i 552 di Milano) e se non ci fosse l’Area C, il costo annuo dell’auto si abbasserebbe fino a quota 1.399 euro: meno del car sharing più conveniente, in pratica.
Indipendentemente dai costi, gli europei sembrano ancora restii a privarsi completamente della propria auto. Secondo un’indagine di AutoScout24 in collaborazione con Gfk, che ha coinvolto 8.800 persone in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, il 24% si è detto disponibile ad utilizzare un servizio come il car sharing su base quotidiana, magari per recarsi al lavoro. Mentre solo il 6,8% degli intervistati ha ammesso di essere disposto a servirsene sempre.

(articolo pubblicato il 20 marzo 2015 su Tgcom24)

 

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