Migliora l’industria, ma la produzione è debole
Nell’incertezza generale (ritmi di crescita blandi, contesto internazionale non ancora ben definito) l’industria italiana torna a rifiatare: a febbraio, infatti, la produzione aumenta dello 0,6% sul mese di gennaio e, tenuto conto del trimestre dicembre 2014-febbraio, dello 0,4% rispetto al trimestre precedente.
L’incremento è andato oltre le attese, peraltro (Confindustria, tra gli altri, aveva stimato un miglioramento dello 0,4% sul mese precedente), ma segue in ogni caso il risultato negativo di gennaio, quando si è verificata una flessione dello 0,7% su dicembre nonostante il miglioramento di fine 2014.
Perché deve interessarci tanto la produzione industriale? L’indice della produzione industriale, per dirla con l’Istat, “misura la variazione nel tempo del volume fisico della produzione effettuata dall’industria in senso stretto”, vale a dire dell’industria con esclusione delle costruzioni. È un indicatore molto importante non solo per misurare la capacità dell’industria, ma anche per osservare il reale andamento dell’economia.
Va da sé, quindi, che – dati Istat alla mano – il quadro che emerge è ancora in chiaroscuro. Il miglioramento è su base mensile, mentre in termini tendenziali l’indice è diminuito dello 0,2%. Nella media dei primi due mesi dell’anno, inoltre, la produzione è diminuita dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Le conferme, semmai, arrivano dai singoli settori di attività economica. A febbraio 2015 i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+16,3%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+12,2%) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+4,4%).
Le diminuzioni maggiori, invece, si registrano come segnala l’Istat nei settori dell’attività estrattiva (-13,4%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-7,7%) e della metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-4,9%).
Insomma, ecco sintetizzato il quadro in chiaroscuro: segnali di incoraggiamento non mancano, ma è presto per parlare a tutti gli effetti di ripresa. Al momento quella che appare è piuttosto una fase stagnante, ma la buona notizia è che (considerando le stime per i mesi successivi; il Centro Studi di Confindustria prevede per marzo un ulteriore miglioramento della produzione dello 0,2%), almeno, il primo trimestre tornerà positivo.
(articolo pubblicato il 13 aprile 2015 su Tgcom24)