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Dalla crisi alla ripresa a fasi alterne

crisi_personeParlare di ripresa economica è, forse, ancora troppo presto: i dati sono spesso discordanti, ma soprattutto altalenanti (si pensi al calo, quasi inaspettato, della produzione industriale a gennaio e al recupero successivo di febbraio). Eppure non mancano i segnali incoraggianti, piccoli o grandi aspetti che fanno confidare in un’inversione di tendenza, almeno.
La risalita dei consumi, ad esempio. Di certo le famiglie non sono tornate a spendere come nel periodo pre-crisi, ma un’accresciuta fiducia rende l’operazione più semplice. Oppure, dettaglio tutt’altro che trascurabile, i passi in avanti del mercato immobiliare.
Anche qui, intendiamoci: nel prossimo futuro sarà molto difficile, se non impossibile, eguagliare i livelli pre-crisi. Lo ha sostenuto di recente la Banca d’Italia, sottolineando il cambiamento dell’economia per cui condizioni favorevoli anni fa non lo sono più oggi. In particolare “il forte ridimensionamento del mercato immobiliare, i conseguenti elevati livelli di invenduto, un contesto demografico meno favorevole del passato, i problemi di accesso al credito di giovani e stranieri”.
Nonostante tutto, qualche miglioramento si è già mostrato. Il prezzo delle abitazioni, nuove o esistenti, sta continuando a scendere al punto da convincere le famiglie a spendere o a fare investimenti. Gli stessi che, al contrario, hanno registrato un crollo evidente negli anni della crisi.
Gli ultimi dati Istat in materia dipingono il quadro seguente: nel quarto trimestre del 2014 i prezzi delle abitazioni sono scesi dello 0,8% sul precedente e del 2,9% rispetto allo stesso periodo del 2013, confermando il trend avviato nel 2012.
Nell’ultimo trimestre del 2014 si è verificato un aumento del 25% della richiesta di mutui (dati Banca d’Italia), con le famiglie italiane che hanno così ottenuto finanziamenti per l’acquisto della casa per 7.077,1 milioni di euro. Era dal 2012 che ciò non avveniva, per quanto i volumi siano ancora ridotti e distanti dai valori pre-crisi. Anche grazie alle misure che sta adottando la Banca centrale europea, alle attuali politiche monetarie e agli stimoli per rilanciare l’economia, per il 2015 si prevede un andamento in lieve crescita.
Tuttavia il crollo del valore degli immobili (abitazioni, fabbricati non residenziali, terreni) rappresenta l’altra faccia della medaglia: una perdita della ricchezza allocata su immobili e terreni pari a circa 600 miliardi di euro, come osservato da Tecnè in un recente studio.

(articolo pubblicato il 14 aprile 2015 su Tgcom24)

 

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