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Ma i consumi sono ancora deboli

saldi_estiviL’auspicio è che i saldi estivi possano contribuire all’inversione di tendenza, perché il miglioramento fin qui è stato lieve. Non abbastanza, almeno, per parlare di una vera e propria ripresa dei consumi, nonostante la risalita di alcuni indicatori fondamentali a conferma di un’economia che si è rimessa in marcia.
Naturalmente il progresso c’è stato, e non è cosa da poco. Soprattutto per quanto riguarda i consumi alimentari che nei primi cinque mesi dell’anno, secondo Coldiretti, hanno registrato un incremento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, un risultato soddisfacente a fronte dei sette anni di calo cui si era assistito nel recente passato.
Certo è che la spesa alimentare rappresenti la principale voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione con un importo complessivo di 215 miliardi, ad ogni modo la crescita del potere d’acquisto (+0,8% sull’anno nel periodo gennaio-marzo, secondo l’Istat) è una notizia più che positiva in questo senso.
Per quanto riguarda la spesa delle famiglie, dati Istat alla mano, si osserva un andamento che comunque resta altalenante. La voce, infatti, è diminuita dello 0,2% rispetto al trimestre precedente, segnando tuttavia un aumento dello 0,1% su base annua.
L’attenzione ai saldi deriva dai dati di Fismo – l’associazione che riunisce le imprese di distribuzione moda Confesercenti – che evidenziano ancora il momento di difficoltà per il settore. In sintesi: l’anno in corso è perlopiù stagnante e un imprenditore su due (il 49%) non ha rilevato miglioramenti rispetto al 2014, il 26% afferma di avere riscontrato segnali di ripresa e il 24% di avere subìto un ulteriore calo.
Però un miglioramento è previsto, se non altro in riferimento alla stagione dei saldi (che quest’anno dovrebbe essere caratterizzata da sconti maggiori). Secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio Roma ogni famiglia spenderà tra i 210 e i 250 euro, per un incremento del 5% rispetto ai saldi estivi 2014.
In generale, per quanto riguarda l’abbigliamento e le calzature, la spesa nel 2014 si è attestata intorno ai 100 euro al mese. Nei primi mesi del 2015 il trend è rimasto sostanzialmente il medesimo: le vendite nel comparto moda tra gennaio e aprile sono rimaste stabili per l’abbigliamento (+0,3%), mentre le calzature hanno registrato una flessione dello 0,6% (dati Istat). In più, fa notare ancora Fismo, è proseguita l’emorragia di imprese, considerando che nello stesso arco temporale hanno chiuso altri 2.600 negozi del comparto.

(articolo pubblicato il 2 luglio 2015 su Tgcom24)

 

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