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Banda ultra larga, obiettivi e risultati

banda_largaLa penetrazione di banda ultra larga, ovvero quella che permette connessioni a 100 megabyte al secondo, in Italia presenta un grado di arretratezza preoccupante rispetto al resto d’Europa. Lo ha sottolineato, ribadendo un concetto già espresso a maggio dalla Commissione europea, il presidente dell’Agcom Angelo Cardani.
Nel nostro Paese la copertura raggiunge, infatti, appena il 36% del territorio nazionale contro il 68% della media dell’Unione europea dei 28. Un dato che evidenzia come alcune zone dello Stivale siano completamente prive di questo tipo di connessione.
Ma l’arretratezza non interessa solo la banda ultra larga, il ritardo italiano coinvolge anche la connessione a 30 megabyte a secondo, quindi la banda larga, per così dire, normale: sono solo il 4% delle famiglie italiane a disporre di una connessione di questo tipo, un livello di penetrazione molto inferiore a quello della media Ue28, che si presenta invece al 26%.
“Un ruolo decisamente importante nella direzione di colmare tale divario – spiega il numero uno di Agcom – potrà essere svolto attraverso gli strumenti messi in campo dal Governo in attuazione della Strategia per la banda ultra larga, che prevede la destinazione di una quota significativa di incentivi e contributi finanziari alle aree bianche del Paese”.
In particolare la strategia italiana prevede investimenti per sei miliardi di euro pubblici e due privati con il fine di estendere, entro il 2020, la connessione ultra veloce all’85% della popolazione italiana, garantendo almeno quella a 30 Mb al secondo per il restante 15%.
I vantaggi che ne deriverebbero sono moltissimi: come spiegato già tempo fa dal Ministero dello Sviluppo Economico, l’ampliamento della banda ultra larga garantirebbe più competitività alle imprese italiane, consentendo un aumento della produttività e quindi, a lungo andare, anche dell’occupazione. Senza contare che, raggiungendo l’obiettivo di estendere la connessione a 100 Mb/s all’85% della popolazione entro i prossimi cinque anni, l’Italia rispetterebbe anche l’obiettivo dell’Agenda digitale europea che prevede l’estensione della banda ultra larga al 50% delle famiglie di ogni Paese membro. Questo anche perché, una variazione positiva di dieci punti percentuali nella penetrazione di banda ultra larga, equivarrebbe a 1,2 punti percentuali in più di Pil.
Ma se per la banda ultra larga l’Italia ancora merita i richiami da parte dell’Europa, per reti e i servizi radio mobili il nostro Paese ha raggiunto invece ottimi risultati. La diffusione di reti di terza generazione ha raggiunto infatti il 98% della popolazione, contro il 97% della media Ue. Bene anche per quanto riguarda la rete Lte che in Italia è in rado di raggiungere il 77% della popolazione, contro il 79% della media europea.

 

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