I risultati economici delle multinazionali del software&web
Tra le grandi multinazionali globali quelle del settore software&web sono quelle che, tra il 2009 ed il 2015, hanno riportato i risultati economici migliori, almeno stando agli indici presi in considerazione da Mediobanca nel suo recente report. Stiamo parlando di colossi statunitensi come Microsoft e Google, ma anche di aziende cinesi che stanno facendo passi da giganti, come Alibaba e JD.com.
Nonostante le compagnie del software&web siano più piccole, in confronto alle multinazionali mondiali che operano in altri settori, sono comunque quelle che crescono più velocemente. Mentre, infatti, la dimensione media in base al totale attivo tangibile si attesta a 26,8 miliardi di euro per le aziende s&w (software&web), per quelle energetiche si attesta a 97,8 miliardi, a 58,3 per quelle delle utilities, a 52,4 per le tlc e a 28,8 per quelle manifatturiere.
A livello di crescita sono le s&w a farla da padrone con un +219,6% contro il +55,1% di quelle dell’energia, il +31,3% delle manifatturiere, il +18,9% delle tlc e il +13,8% delle utilities. Notevole anche la crescita del fatturato messa a segno tra il 2009 e il 2014, +145,2% a 366 miliardi di euro (+29,3% tra 2013 e 2014). Un incremento sensibilmente più elevato rispetto a quello delle energy (+58,9%), manifatturiere (+32,5%), utilities (+19,4%) e tlc (+14,2%).
Negli ultimi cinque anni sono anche quelle che hanno assunto più personale: 477 mila unità (+109,3%). Dunque circa 22,7 mila occupati per azienda, contro i 9,4 mila delle manifatturiere, i 3,4 mila delle energetiche, i quasi duemila delle tlc e i 4,7 mila delle utilities.
Confrontando poi il dato relativo all’incidenza delle spese in ricerca e sviluppo sul fatturato, le grandi compagnie s&w, con un 13,3%, si piazzano al secondo posto alle spalle solo del settore farmaceutico, con il 14,2%.
Gran parte dei ricavi del settore sono concentrati negli Stati Uniti, con una quota pari all’81,4%, seguono la Cina con l’11,6%, la Germania con il 4,8% e il Giappone con il 2,2%.
(articolo pubblicato il 24 luglio 2015 su Tgcom24)