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Cosa frena le imprese italiane

tasse_spesa_pubblicaFar nascere un’impresa può essere un’operazione difficile, specie in tempi economicamente difficili come quelli attuali. Eppure molti italiani confessano il desiderio di avviarne una, nonostante tutte le difficoltà del caso.
Secondo un’indagine realizzata da Confcommercio e Format Research, quasi il 60% dei cittadini con più di 24 anni vorrebbe avviare un’impresa. Un desiderio, che per essere realizzato, deve confrontarsi con il fisco e gli adempimenti burocratici, indicati dagli imprenditori intervistati come i principali ostacoli da affrontare.
Da tempo, i rapporti diffusi periodicamente dalle principali organizzazioni internazionali ed italiane (Banca mondiale, Fondo monetario internazionale…) sottolineano il peso eccessivo della burocrazia e del fisco nel nostro Paese. Dove, stando al rapporto Paying taxes 2015 della Banca mondiale e PwC relativo al 2014, il carico fiscale complessivo per le imprese – sintetizzato nell’indicatore total tax rate, che non rappresenta la pressione fiscale – è pari al 64,8% dei profitti commerciali: in miglioramento rispetto al 2013, ma comunque superiore alla media mondiale del 40,8%.
Ma qualcosa potrebbe cambiare: il report non tiene conto di alcune riforme introdotte negli ultimi mesi dal governo, come gli sgravi sui contributi per i neoassunti a tempo indeterminato, che potrebbero contribuire a ridurre l’incidenza del costo del lavoro sul carico fiscale complessivo, attualmente pari al 43,4%.
Oltre al fisco, gli imprenditori attivi in Italia devono fare i conti con la burocrazia. Secondo una ricerca di Rete Imprese Italia e Cer, gli adempimenti burocratici portano via tempo – un dipendente di una piccola e media impresa deve dedicare circa un mese di lavoro per le varie pratiche burocratiche – e denaro: il dipartimento Funzione Pubblica quantifica in oltre 30 miliardi gli oneri amministrativi sopportati annualmente dalle piccole e medie imprese, osserva lo studio.

 

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