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Cresce la produzione industriale

industriaLa produzione industriale è un indicatore utile a testare lo stato di salute di un’economia. Dunque è da ritenere alquanto positivo il dato sulla produzione industriale italiana, molto più perché sopra le attese degli analisti. L’indice, infatti, secondo le rilevazioni Istat, è aumentato ad ottobre dello 0,5% rispetto al mese di settembre (prima era stata dello 0,2% su agosto). Su base annua il balzo è del 2,9%, mentre nella media del trimestre agosto-ottobre 2015 la produzione è cresciuta dello 0,2% rispetto al periodo precedente.
Insomma, almeno per il momento, sembrano più contenuti i timori riguardo il rallentamento delle economie emergenti, che pure qualche grattacapo nelle scorse settimane avevano procurato. Una preoccupazione che però non deve essere accantonata del tutto, osservando quanto registrato in Germania.
La prima economia dell’Eurozona già a settembre aveva evidenziato una flessione probabilmente “giustificata” proprio dal rallentamento dei mercati emergenti, che di fatto hanno condizionato l’andamento dell’export tedesco. A ottobre – dati diffusi qualche giorno fa – la produzione industriale è tornata a crescere, ma lievemente dello 0,2% (peraltro sotto le attese), mentre resta stabile sull’anno. Tuttavia gli osservatori non si dicono particolarmente preoccupati in quanto l’economia tedesca – sostenuta soprattutto negli anni della crisi dalle esportazioni – ha visto crescere la domanda interna (anche grazie ai minimi livelli di disoccupazione).
Ad ogni modo risultati positivi si osservano anche in Francia e nel Regno Unito. Nel primo caso la produzione industriale ha registrato un aumento dello 0,5% su base mensile e un aumento del 2,3% sull’anno. Nel secondo caso, invece, il progresso su base mensile è stato minimo (+0,1%), mentre a livello tendenziale l’incremento è dell’1,7% quando era stato dell’1,5% il mese precedente.
Tornando al dato italiano è opportuno sottolineare che in termini tendenziali la crescita della produzione industriale ha coinvolto tutti i comparti: i beni strumentali (+4,8%), i beni intermedi (+2,4%), i beni di consumo (+2,1%) e l’energia (+2,%). Nello specifico il principale maggiore aumento – trend ormai consolidato – è quello della fabbricazione di mezzi di trasporto (+23,9%). Molto bene anche la produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+15,8%). Le diminuzioni maggiori, rileva l’Istat, si osservano nei settori dell’attività estrattiva (-7,8%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,6%) e delle industrie alimentari, bevande e tabacco (-1,4%).

 

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