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Giù il numero delle chiusure aziendali

imprese_chiuseLe conferme arrivano dal tessuto imprenditoriale: la ripresa è fragile, ma qualcosa si muove. In meglio. Il 2015, infatti, si sta per chiudere sulla scia di quanto osservato già nel 2014, con un calo delle chiusure aziendali registrato ancora nel terzo trimestre dell’anno. E spunti interessanti, seppur timidi, giungono dal settore delle costruzioni, tra i più colpiti negli anni della crisi in Italia e in Europa.
Il Cerved ha recentemente rilevato che tra luglio e settembre oltre 15 mila imprese hanno chiuso i battenti, non poche, ma comunque circa il 10% in meno dello stesso periodo del 2014. Il miglioramento, si spiega, dipende soprattutto dal forte calo delle liquidazioni volontarie, a conferma di un rinnovato ottimismo tra gli imprenditori italiani.
Tuttavia si registra anche un lieve aumento dei fallimenti, nell’ultimo periodo. Nello specifico dello 0,7% nel terzo trimestre 2015, ma più in generale i primi nove mesi dell’anno hanno fatto segnare una contrazione del 4,5%. Nei tre mesi – al 30 settembre – le procedure fallimentari risultano essere in calo nell’industria (-8,2%) e nelle costruzioni (-3%) mentre sono invece cresciute nel settore dei servizi (+4%).
Nel frattempo le imprese edili cominciano a tirare un sospiro di sollievo, nonostante le difficoltà ancora evidenti riscontrate nel 2015. Come si diceva all’inizio, quello delle costruzioni è stato tra i settori di attività economica più colpiti dall’urto della crisi economica, con una perdita in termini occupazionali di 502 mila posti di lavoro (-25,3%) che aumenta a 780 mila tra indotto e settori ad esso collegati.
Nel secondo trimestre 2015, però, l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) ha osservato una risalita dell’occupazione, pari a una crescita del 2,3% su base annua (dopo 19 trimestri consecutivi di cali tendenziali). La ripartenza è sostenuta anche dal mercato immobiliare, che tra il 2014 e il 2015 ha visto dei netti miglioramenti rispetto al recente passato. Una condizione necessaria per rilanciare l’intero comparto, dalla ripresa degli investimenti al conseguente incremento di nuova occupazione. Per il 2016 l’Ance prevede un aumento delle compravendite del 13,5%, quando dovrebbe attestarsi sul +5,3% quest’anno.
Questo processo, insieme alle misure del governo che si spera avranno un peso fondamentale per la ripresa del settore, dovrebbe perciò innescare meccanismi virtuosi, tanto che, dopo otto anni di cali, gli investimenti nel settore delle costruzioni dovrebbero tornare a crescere nel 2016, in termini reali, dell’1% (dopo la riduzione dell’1,3% prevista per il 2015).

 

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