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Ancora male il settore della filatura

filaturaContinua ad arrancare la filatura italiana, uno di quei settori che hanno subìto maggiormente gli effetti della crisi economica. Per il 2015, secondo il preconsuntivo redatto dal Sistema moda Italia, si parla infatti di un nuovo calo del fatturato complessivo, anche se di minore entità rispetto agli anni precedenti.
In particolare il fatturato della filatura (che comprende la produzione di filati lanieri, cotonieri e linieri) ha registrato un calo dell’1,7% rispetto al 2014, attestandosi a 2,868 miliardi di euro contro i 2,918 miliardi di dodici mesi prima. Come anticipato, lo storico conferma un rallentamento della caduta anno dopo anno: nel 2012 si registrò un crollo del 7,8% (dai 3,376 miliardi del 2011 a 3,113 miliardi), un -4,3% tra il 2013 ed il 2012 (a 2,979 miliardi) e, infine, un -2% tra il 2013 ed il 2014.
Al contrario del fatturato, il valore della produzione nel 2015 ha rafforzato la discesa, cedendo 3,5 punti percentuali e portandosi a 1,772 miliardi di euro contro i 1,835 miliardi del 2014 (quando si registrò un -2,7% rispetto ai 1,885 miliardi di euro dell’anno precedente).
In lieve miglioramento si è mostrato invece il fatturato estero del settore. In seguito ai pesanti -6,8% del 2012, -3,4% del 2013 e -3% del 2014, l’anno appena concluso ha visto rallentare la contrazione del fatturato estero al -1,1% (portandosi così a 862 milioni di euro). Di contro, le importazioni sono cresciute dello 0,7% in valore, dopo il +0,3% del 2014 (-2,3% nel 2013 e -20,3% nel 2012). Il risultato è un nuovo calo del saldo commerciale, che si mantiene comunque in territorio positivo per 22 milioni di euro.
Una nota negativa arriva poi dal consumo apparente, sceso del 2,7% nel 2015 dopo l’1,2% del 2014 e il -4,8% dell’anno precedente. Il consumo apparente è il risultato che si ottiene, per dirla con le parole dell’Istat, sottraendo la produzione interna esportata dalla somma di produzione interna e produzione estera importata. In valore il consumo apparente del settore si è attestato a 1,749 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’occupazione, nei primi tre mesi dell’anno il settore ha riportato un calo degli addetti dello 0,2%.

 

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