Sempre più giovani lavorano nell’agricoltura
In Italia l’agricoltura è “giovane”, nel senso che sempre più giovani desiderano lavorare in un settore strategico dell’economia italiana e in costante evoluzione. Oggi, infatti, l’agricoltura, è tra i settori più innovativi, ad alto contenuto tecnologico, dove competenze ed efficienza sono requisiti fondamentali.
Secondo stime Coldiretti l’agroalimentare, nel suo complesso, vanta un valore di 246 miliardi di euro, pari cioè al 15% del Pil nazionale. Il settore, l’anno scorso, ha inoltre registrato un aumento dell’occupazione del 6,2% rispetto all’anno precedente, pari a 1,6 milioni di occupati, di cui 1,2 milioni nel segmento dell’agricoltura e poco più di 400 mila nell’industria alimentare.
Insomma, non deve stupire se a credere nelle potenzialità del lavoro agricolo siano molti imprenditori: il 10,1% di quelli che hanno avviato un’impresa negli ultimi tre anni, secondo dati Censis. Per Coldiretti, nel 2015, il numero di agricoltori under 35 è aumentato del 35% (tra imprenditori agricoli, coadiuvanti familiari e soci di cooperative agricole).
Il dato nuovo, per così dire, riguarda l’imprenditoria femminile nel settore. Ancora Coldiretti, a tale proposito, informa che sono aumentate del 76% le italiane under 34 che hanno scelto di lavorare in agricoltura come imprenditrici agricole, coadiuvanti familiari o socie di cooperative agricole. Un incremento che è pari al triplo di quello registrato dai coetanei maschi.
Quindi l’agricoltura è un settore di attività economica che attrae sempre più giovani. I dati lo confermerebbero: a partire dal 2010 – afferma il Censis in un’indagine condotta per la Confederazione italiana agricoltori (Cia) – sono stati 17 mila i giovani con meno di 30 anni ad avviare un’impresa agricola e su cento start up attive nel comparto, 15 sono state create da giovanissimi. Soltanto nel settore agroalimentare il loro contributo vale il 18,3% del totale.
Riguardo la distribuzione territoriale dell’occupazione giovanile nel settore, ricorda infine l’Eurispes elaborando dati Coldiretti relativi al 2014, il contributo maggiore viene dal Centro (con la più alta variazione percentuale, +39%). Segue il Nord (+19%), mentre l’incremento al Sud è stato di appena il 2%.