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Consumi in risalita, ma la ripresa è ancora fragile

consumi-Consumi in crescita nel 2015, secondo Confcommercio, il cui specifico indicatore registra una crescita dell’1,6% nell’arco dell’anno, la prima dal 2007 (ancora nel 2014 si era evidenziata una flessione dello 0,5%). Eppure, avverte proprio Confcommercio, questi dati, seppur positivi, “si inseriscono in un contesto generale caratterizzato da una ripresa che presenta ancora elementi di fragilità”.
Analizzando gli ultimi dati Istat, in effetti, si osserva il moderato aumento del clima di fiducia dei consumatori a gennaio, dato in controtendenza rispetto al calo diffuso nell’Eurozona. Ciò deriva anche da alcune dinamiche positive registrate nel 2015.
Ad esempio nel terzo trimestre del 2015 il potere di acquisto delle famiglie è cresciuto dell’1,4% rispetto al periodo precedente. A crescere, poi, è stata anche la propensione al risparmio (+0,9%), per via dell’incremento registrato nel reddito disponibile delle famiglie consumatrici. Ma la propensione al risparmio è aumentata ad un ritmo più elevato rispetto ai consumi, comunque in risalita anch’essi.
Nel mese di novembre 2015 il volume delle vendite al dettaglio è cresciuto dello 0,3%, trainato dalla crescita dei prodotti alimentari (+0,8%): elemento, quest’ultimo, che fa ipotizzare per l’ultimo trimestre del 2015 una conferma relativa al miglioramento dei consumi delle famiglie, favorito dall’attuale fase di bassa inflazione.
Un trend che sta ancora proseguendo. Come ricorda l’Istat, “a inizio anno l’inflazione al consumo ha segnato una ripresa, attestandosi comunque su ritmi molto contenuti, condizionati dal quadro deflativo internazionale”. Dunque le prospettive economiche delle famiglie, ora più ottimistiche rispetto al recente passato, derivano dalla crescita del reddito disponibile, visto il contributo al ribasso dell’andamento generale dei prezzi.
I timori di un ritorno alla deflazione nell’Eurozona (e in Italia), però, frenano la ripresa piena della domanda (l’abbassamento dei prezzi, infatti, incentiva l’accumulo di liquidità nell’attesa che i prezzi scendano ancora). Confcommercio ritiene, a tale proposito, che la crisi degli ultimi anni non si sia tradotta esclusivamente in un calo dei consumi, “ma anche in una erosione del risparmio cautelativo e in una sensibile riduzione della tradizionale forma di investimento delle famiglie (acquisto di abitazioni)”. Motivo che spingerebbe le famiglie a cercare forme di riequilibrio tra consumi, risparmio e investimenti, con i primi – suggerisce Confcommercio – che potranno tornare a crescere a ritmi più sostenuti nei prossimi mesi.

 

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