Costruzioni: investimenti in crescita
Le previsioni della Commissione europea stimano una crescita degli investimenti nel settore delle costruzioni del 2,4% nel 2016 e del 3,3% per l’anno successivo. Si tratta di stime migliori di quelle del governo – la Nota di aggiornamento del DEF del settembre scorso prevedeva un incremento del 1,4% nel 2016 e del 2,3% nel 2017 – e che, una volta confermate, consentiranno un’inversione di tendenza rispetto al passato recente.
Con l’inizio della crisi economica, gli investimenti nel settore delle costruzioni sono crollati tanto in Italia (tra il 2007 e il 2015 il calo registrato è stato del 35,6%) quanto – seppure in misura minore, in realtà – nell’Eurozona, dove gli investimenti sono diminuiti del 21,9% nello stesso arco temporale di riferimento.
Confartigianato sottolinea che un’eventuale ripresa del comparto delle costruzioni gioverebbe specialmente alle micro e piccole imprese italiane: dati alla mano, il settore detiene la più alta quota di occupazione nelle imprese fino a 20 addetti (80,6%) e la più elevata incidenza di occupati tra le imprese artigiane, impiegando il 55,8% degli occupati complessivi.
Tuttavia, per quanto significativa, la crescita degli investimenti prevista per il biennio 2016-2017 non dovrebbe consentire di recuperare completamente il crollo registrato dall’inizio della crisi economica: nel periodo compreso tra il 2007 e il 2015, in Italia gli investimenti nelle costruzioni sono diminuiti di 71,8 miliardi di euro a prezzi 2010.
Dunque il settore è lontano dai livelli precedenti la crisi economica e per di più rischia di restarlo ancora a lungo: per Confartigianato, la capacità di recupero del comparto è minata dall’immobilismo della Pubblica amministrazione – nel 2015 la spesa per investimenti della P.A. è stata pari al 2,3% del Prodotto interno lordo e dunque inferiore di 0,4 punti percentuali alla media dell’Eurozona –, con il rilancio del settore che momentaneamente è affidato soltanto agli investimenti privati, favoriti anche dagli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e risparmio energetico.
L’importanza degli investimenti era stata sottolineata anche dall’ANCE, l’Associazione nazionale costruttori edili. Secondo cui investire dieci miliardi di euro nel 2016 consentirebbe la creazione di 170 mila nuovi posti di lavoro.