Fisica, confermata l’esistenza delle onde gravitazionali
A circa cento anni dalle previsioni di Albert Einstein, da una ricerca condotta dagli Stati Uniti e dall’Osservatorio gravitazionale europeo è arrivata la conferma: le onde gravitazionali esistono e sono state osservate. Attraverso le analisi degli strumenti Virgo e Ligo sono state infatti rilevate le onde scatenate dalla collisione, risalente a un miliardo di anni fa, di due buchi neri.
“Dopo la scoperta del bosone di Higgs, la comunità internazionale dei fisici festeggia oggi un altro importante traguardo scientifico: la prima conferma diretta dell’esistenza delle onde gravitazionali. Un regalo perfetto per i 100 anni della Relatività Generale di Albert Einstein, che è stato il primo a pensarle e a descriverle nelle sue equazioni”. Questo il commento del ministro dell’Istruzione Giannini.
“Questo risultato – sottolinea Giannini – è stato possibile grazie all’impegno di una collaborazione globale di più di un migliaio di scienziati, distribuita su quattro continenti. È un risultato che affonda le sue radici anche nella prestigiosa tradizione del nostro Paese nel campo della fisica, nei lavori pionieristici di Edoardo Amaldi, Guido Pizzella e Adalberto Giazotto”.
“Come quattro anni fa al Cern di Ginevra, l’Italia è oggi tra i protagonisti della scoperta, grazie all’intelligenza, alla caparbietà e all’impegno dei ricercatori della Collaborazione VIRGO, che fa capo all’interferometro dello European Gravitational Observatory (EGO), di Càscina, vicino Pisa, progetto ideato e realizzato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e dal Centre National de la Recherche Scientifique francese. Un laboratorio fiore all’occhiello dell’eccellenza italiana, dei nostri scienziati e della nostra industria. Un esempio di come gli investimenti nella scienza e nelle grandi infrastrutture di ricerca siano essenziali per il progresso delle conoscenze e per lo sviluppo del Paese. Colgo l’occasione – chiude Giannini – per ringraziare tutti i ricercatori che, con questa fondamentale scoperta, ci permetteranno, d’ora in poi, di guardare il cielo con nuovi occhi. Come fece Galileo Galilei più di 400 anni fa”.