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Produzione industriale su, ma il recupero è lento

produzione_industrialeSeppure con qualche ombra, l’Italia riparte. La conferma arriva dagli ultimi dati Istat sulla produzione industriale che hanno indicato, nella media 2015, un rialzo dell’1% rispetto al periodo precedente. Un risultato certamente non trascurabile, ripensando al crollo registrato negli anni della crisi.
La produzione industriale è fondamentale per “misurare” lo stato di salute di un’economia: da dati Eurostat rielaborati dall’Adnkronos era emerso come l’indicatore in Italia, nell’arco di quattro anni (dal 2010 al 2014), fosse in diminuzione di 8,7 punti percentuali, agli ultimi posti nell’Eurogruppo (15) e nell’Ue a 28 (25).
Il recupero avviato nel 2015 deriva dal miglioramento di diversi settori, in particolare quello dei mezzi di trasporto con un progresso del 16,8%. Ma, a conti fatti, la perdita rispetto al periodo pre-crisi è ancora consistente. In più, nel mese di dicembre 2015, la produzione industriale ha evidenziato un calo dello 0,7% rispetto a novembre e dell’1% sull’anno. Nel quarto trimestre la flessione sul periodo precedente è stata dello 0,1%.
Nel confronto con le principali economie dell’Eurozona, il risultato (negativo) che emerge di più è quello della Francia la cui produzione industriale nel mese di dicembre ha registrato una flessione dell’1,6% rispetto a novembre, molto al di sotto delle previsioni che attestavano l’indicatore in territorio positivo.
Analogamente, in Germania, nell’ultimo mese del 2015, la produzione è bruscamente scesa dell’1,2%, il risultato peggiore dall’agosto 2014. E anche l’export è risultato in calo a dicembre, segno delle difficoltà sul mercato estero a causa del rallentamento delle economie emergenti. Ritardo, tuttavia, compensato dalla crescita della domanda interna.
A questo punto, però, è opportuno ricordare a tale proposito i dati Eurostat presentati dal Ministero dello Sviluppo economico ad inizio anno: il livello della produzione industriale italiana è di oltre il 31% inferiore rispetto ai massimi pre-crisi e ha recuperato appena il 3% sui minimi raggiunti in piena fase recessiva. In questo senso la Francia, che ha recuperato l’8%, fa meglio di noi. La Germania ha recuperato il 27,8% e performance migliori delle nostre hanno interessato anche la Gran Bretagna (il recupero è del 5,4%) e la Spagna (7,5%).

 

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