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I numeri delle Agromafie in Italia

Agroalimentare-2Sono ben 26.200 i terreni che in Italia sono in mano ad individui condannati in via definitiva per reati come l’associazione a delinquere di stampo mafioso o la contraffazione.
Un numero elevatissimo – spiega la Coldiretti nel Rapporto Agromafie, realizzato in collaborazione con Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare – reso possibile dalle difficoltà italiane legate ai tempi e alla confusione che girano intorno alle procedure di confisca e riassegnazione.
La quota maggiore di questi terreni si trova nel Sud d’Italia, con in testa la Sicilia (il 53,5%) e a seguire Calabria (con il 17,6%), Puglia (9,5%) e Campania (8%). Quote inferiori di terreni confiscati sono state registrate invece in Sardegna, con il 2,3%; in Lombardia, 1,6%; Basilicata, 1,5%; e in Piemonte (1,3%), mentre tutte le altre regioni si piazzano sotto l’1%.
Ma questo è solo uno degli scenari che emergono dal Rapporto. Secondo l’analisi, le associazioni mafiose e camorristiche – attraverso le truffe, le estorsioni, il riciclaggio, l’usura, la contraffazione, la minaccia, la violenza e l’appropriazione indebita di attrezzatura e mezzi agricoli – gestiscono un vero e proprio business che ha generato nel solo 2015 ben 16 miliardi di euro, danneggiando gravemente non solo la concorrenza onesta e il libero mercato legale, ma anche l’immagine del Made in Italy stesso, mettendo sul mercato prodotti – in molti casi – di bassa qualità. Sostanzialmente le Agromafie sottraggono all’agroalimentare italiano una cifra compresa tra i 20 ed i 25 miliardi di euro l’anno.

 

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