Il 2016 l’anno della svolta per il settore delle costruzioni?
Il settore delle costruzioni è quello che ha sofferto di più gli effetti della crisi economica, in Italia e nell’Eurozona. Ancora nel 2015, rileva l’Istat, la produzione è diminuita – nel complesso – dell’1,9%. Eppure qualche spiraglio positivo c’è stato: nell’ultimo trimestre dell’anno si è osservata una crescita dell’1,2%.
Tale incremento, rispetto al periodo precedente, è il maggiore rilevato da oltre cinque anni. Il miglioramento era stato già registrato a novembre 2015, quando la produzione è risultata in aumento del 2,9% rispetto al mese precedente e del 3,8% rispetto a novembre 2014. L’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), per l’anno in corso, ha stimato una risalita degli investimenti, dopo otto anni di cali, dell’1% in termini reali.
Ad ogni modo il dato di dicembre è in discesa: -0,6%. Un trend che, in generale, non si discosta troopo dall’Eurozona. La produzione edilizia, infatti, a novembre era in crescita dello 0,7% mentre sull’anno l’aumento è stato del 2,1%. Tra i 28 dell’Ue, invece, l’indice è cresciuto dello 0,7% su base mensile, dell’1,9% rispetto al 2014. Ma a dicembre la frenata, anche in questo caso dello 0,6%.
Su base annua la produzione ha mostrato un calo dello 0,4%, quando nell’Ue28 è stata dello 0,1% su base mensile (con incremento dell’1,4% su base annua). Nel quarto trimestre dell’anno la produzione è infine cresciuta dello 0,7% nell’area della moneta unica e dello 0,3% nell’intera Unione, per chiudere l’anno con un calo rispettivamente dell’1% e dello 0,8%.
Una ripresa degli investimenti, tanto per cominciare, sarebbe positiva anche in chiave occupazionale. Tra gli effetti disastrosi della crisi che si sono abbattuti sull’edilizia, non si può non ricordare la perdita di posti di lavoro, più marcata che negli altro settori di attività economica. Secondo una recente stima di Confartigianato, tra il 2012 e il 2015 oltre il 50% dei posti di lavoro persi nel settore a livello europeo si è concentrato nel nostro Paese.
Ad ogni modo l’Ance ritiene che l’inversione di tendenza attesa per il 2016 dipenderà soprattutto dalla crescita (di fatto già avviata) del comparto della riqualificazione del patrimonio abitativo. Ma miglioramenti sono previsti anche sul fronte delle opere pubbliche (dopo dieci anni di cali) e da una minore caduta dei livelli produttivi nella nuova edilizia abitativa e nel non residenziale privato.