Cosa ostacola la ripresa dell’Eurozona | T-Mag | il magazine di Tecnè

Cosa ostacola la ripresa dell’Eurozona

di Fabio Germani

bce_crisi_economicaLa Banca centrale europea teme ripercussioni negative sull’economia dell’Eurozona, a causa soprattutto dell’incertezza sulle prospettive di crescita dei mercati emergenti. Anche le recenti stime dell’Ocse, che ha tagliato le previsioni di crescita mondiale, sembrano andare in questa direzione. In effetti, dice l’Ocse, il rallentamento delle economie emergenti e i bassi prezzi delle materie prime (trainati dall’andamento del petrolio) – che minano proprio le possibilità dei paesi esportatori – mettono a dura prova l’Eurozona, il cui Pil nel 2016 dovrebbe aumentare dell’1,4% rispetto all’1,8% previsto in un primo momento. Anzi, aggiunge l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, “la lentezza della ripresa dell’Eurozona è un forte freno alla crescita globale”.
Il contesto, meno favorevole, preoccupa ora maggiormente la Bce. Verso la fine del 2015 il crollo del prezzo dell’energia ha riportato in negativo l’inflazione, tuttavia veniva osservato un trend al rialzo nell’area dell’euro favorito da fattori interni, in particolare i consumi privati, sostenuti dalla bassa inflazione che ha spinto il potere d’acquisto delle famiglie (in Italia, secondo gli ultimi dati Istat, l’inflazione a gennaio è aumentata dello 0,3% su base annua, ma in termini congiunturali è scesa dello 0,2%).
Allo stato attuale, però, il timore è che una fase prolungata di bassa inflazione possa influire negativamente su prezzi e salari, avviando una spirale negativa che riporti l’Eurozona in deflazione. Obiettivo della Bce, al contrario, è mantenere il livello generale dei prezzi su valore prossimo al 2%, che favorisca l’acquisto di beni e servizi.
La spinta verso il basso giungerebbe principalmente dall’andamento del petrolio che, secondo la Commissione Europea, ha già provocato un aumento tuttavia debole dell’inflazione nel 2015. Bruxelles, dunque, prevede per l’anno in corso nell’Eurozona un’inflazione allo 0,5%, ben al di sotto dell’1% ipotizzato mesi addietro. Inoltre, a pesare, è anche una lieve crescita dei salari, che dovrebbe però invertire la rotta il prossimo anno.
Insomma, un cambiamento è effettivamente atteso, ma per il 2017 grazie al rincaro del greggio, salari più elevati e una domanda interna più forte. Tuttavia l’Ocse stima per l’anno prossimo un incremento del Pil mondiale del 3,3% (3,6% nelle precedenti previsioni). Non molto, se si considera che per il Fondo monetario internazionale una crescita poco inferiore al 3% corrisponde di fatto ad una recessione.

 

Scrivi una replica

News

Meloni: «Vogliamo ridurre i divari che dividono il Paese»

«L’Italia è una Nazione che nel tempo ha accumulato diversi divari: tra Nord e Sud, tra la costa tirrenica e quella adriatica, divari all’interno delle…

23 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

«Kadyrov in fin di vita». Ma il leader ceceno risponde con video

Secondo Novaya Gazeta, il leader ceceno Ramzan Kadyrov sarebbe gravemente malato – sullo stato della sua salute girano voci incontrollate già da diversi mesi –…

23 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Usa, proteste nelle università contro la guerra a Gaza: decine di arresti

Le proteste nelle università statunitensi, in particolare Columbia e Yale, contro la guerra a Gaza hanno fatto registrare nuovi arresti da parte della polizia (almeno…

23 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Letteratura, cresce la quota di italiani che ultimamente ha ascoltato un audiolibro

Nel 2024 11,1 di milioni persone hanno ascoltato un audiolibro. Lo rende noto un’indagine NielsenIQ per Audible. Nell’ultimo anno hanno ascoltato un audiolibro 400 mila…

23 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia