Amnesty: “I diritti sono in pericolo, perché considerati con disprezzo da molti governi” | T-Mag | il magazine di Tecnè

Amnesty: “I diritti sono in pericolo, perché considerati con disprezzo da molti governi”

Secondo Amnesty International, un’insidiosa e strisciante tendenza sta mettendo in pericolo i diritti umani: i governi attaccano di proposito le istituzioni che hanno creato per proteggere i diritti di tutti, riducono i finanziamenti a esse destinati o le ignorano.
“Non sono solo i nostri diritti a essere minacciati, lo sono anche le leggi e il sistema che li proteggono. Oltre 70 anni di duro lavoro e di progresso umano sono a rischio” – ha sottolineato Shetty.
Gli organismi sui diritti umani delle Nazioni Unite, il Tribunale penale internazionale e meccanismi regionali come il Consiglio d’Europa e il sistema interamericano dei diritti umani sono minacciati da governi che cercano di sfuggire ai controlli sulla situazione interna dei loro paesi.
Nel 2015 molti governi hanno violato in modo sfacciato il diritto internazionale nel loro contesto interno: oltre 122 stati hanno praticato maltrattamenti o torture e 30 paesi, se non di più, hanno rimandato illegalmente rifugiati verso paesi in cui sarebbero stati in pericolo.
In almeno 19 paesi, governi o gruppi armati hanno commesso crimini di guerra o altre violazioni delle “leggi di guerra”. Amnesty International mette in guardia anche da una preoccupante abitudine dei governi, che attaccano e prendono sempre più di mira attivisti, avvocati e altre persone che difendono i diritti umani.
“Invece di riconoscere il ruolo cruciale che queste persone hanno nella società, molti governi sono intenti a ridurre al silenzio le critiche e zittire i loro cittadini in violazione delle stesse leggi nazionali” – ha lamentato Shetty. In parte, spiega Amnesty International, si tratta della reazione di molti governi alle minacce alla sicurezza cresciute nel 2015.
“La malconcepita reazione di molti governi alle minacce alla sicurezza nazionale si è tradotta in un attacco alla società civile, al diritto alla riservatezza e a quello alla libertà di parola. Siamo di fronte al palese tentativo di rendere i diritti umani parole sporche, di contrapporli alla sicurezza nazionale, alla legge e all’ordine, ai ‘valori nazionali’. Per far questo, i governi hanno persino violato le loro stesse leggi” – ha proseguito Shetty.
Nel 2015, le Nazioni Unite e i loro uffici che si occupano di protezione dei diritti umani e dei rifugiati hanno sofferto gravemente a causa dell’ostilità e del rifiuto di cooperare da parte dei governi.
“Le Nazioni Unite erano state istituite per ‘salvare le future generazioni dal flagello della guerra’ e ‘riaffermare la fiducia nei diritti umani fondamentali’, ma sono più che mai in difficoltà di fronte alle enormi sfide attuali” – ha commentato Shetty.
Molti governi hanno ostinatamente bloccato le iniziative delle Nazioni Unite per impedire atrocità di massa o chiamare i responsabili a rispondere delle loro azioni, respingendo o screditando le raccomandazioni per migliorare la situazione dei diritti umani a livello nazionale.
Il conflitto della Siria è uno degli orribili esempi delle catastrofiche conseguenze, per i diritti umani, del sistematico fallimento delle Nazioni Unite nel tener fede al loro ruolo vitale nel rafforzamento dei diritti umani e del diritto internazionale e nel chiamare a rispondere i responsabili delle violazioni.
Il prossimo segretario generale, che verrà eletto durante il 2016 ed entrerà in carica nel gennaio 2017, erediterà un’organizzazione che ha raggiunto molti risultati ma che ha disperato bisogno di un nuovo vigore. Amnesty International chiede agli stati membri e al Consiglio di sicurezza di mostrare coraggio nel pensare a nuove riforme, a partire proprio dal modo in cui sarà eletto il nuovo segretario generale.
“Gli stati membri delle Nazioni Unite hanno quest’anno la storica opportunità di rinvigorire l’organizzazione, sostenendo un forte candidato al ruolo di segretario generale che abbia la volontà, la forza personale e la visione necessarie per respingere i tentativi degli stati di minacciare i diritti umani a livello nazionale e internazionale” – ha sottolineato Shetty.
Da questo punto di vista, secondo Amnesty International, il meccanismo di elezione dovrà essere equo e trasparente e assicurare che le opinioni dei candidati sulle più grandi sfide ai diritti umani che le Nazioni Unite si trovano ad affrontare siano conosciute e comprese. Oggi il mondo sta affrontando molteplici sfide, create o prolungate nel tempo da governi che si perdono in giochi politici a spese delle vite umane. Milioni di rifugiati soffrono a causa della proliferazione dei conflitti e i gruppi armati attaccano deliberatamente le popolazioni civili e commettono altri gravi abusi” – ha dichiarato Shetty.
“I leader mondiali hanno il potere di impedire che queste crisi finiscano ulteriormente fuori controllo. I governi devono porre fine al loro assalto ai nostri diritti e rafforzare le difese che il mondo si è dato per proteggerli. I diritti umani sono una necessità, non un optional. Le sfide per l’umanità non sono mai state così grandi” – ha concluso Shetty.

 

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