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Turismo in ripresa, ma non troppo

turismo_vacanze_crisiGli ultimi dati di Confturismo, secondo cui dal 2001 al 2015 i visitatori in Italia sono aumentati del 50% (pur diminuendo, nel frattempo, la spesa), confermano da un lato le difficoltà evidenziate soprattutto negli anni della crisi, dall’altro quanto il settore sia un segmento di vitale importanza per la nostra economia.
Si spende di meno. Infatti, sottolinea Confturismo, sono diminuiti i giorni di permanenza durante la visita in Italia, dunque diminuisce la spesa. Che l’indagine – presentata al forum di Confcommercio a Cernobbio – quantifica in una perdita di 38 miliardi di euro. La crisi ha avuto ripercussioni anche sul turismo, tanto che il 2015 può essere definito quello della risalita dopo cinque anni negativi rispetto al passato. Restando al turismo internazionale, si è registrata nel periodo considerato una riduzione del 35% della spesa pro capite reale (passando da 1.035 a 670 euro). L’aspetto positivo è che l’andamento degli arrivi è previsto ancora in crescita per il triennio 2016-2018.
Anche i flussi interni sembrano destinati a migliorare. Questo perché, dopo un’inversione di tendenza osservata nel recente passato, gli italiani hanno ripreso a viaggiare: Confturismo ha rilevato – rispetto al mese di febbraio 2015 – un aumento della propensione ai viaggi e in più, nella maggior parte dei casi, si deciderà di restare entro i confini nazionali, prediligendo la cultura e le località d’arte. Tuttavia, in linea con la porzione di visitatori internazionali, diminuirà (del 20%) la durata media dei pernottamenti.
Il 2015 anno della risalita, si diceva comunque all’inizio. In effetti, da Federalberghi a Confinudustria, le rilevazioni hanno mostrato un andamento positivo per quanto riguarda le presenze. Non solo: le imprese turistiche e commerciali – tra natalità e mortalità – sono risultate in quantità superiore di quelle di altri settori di attività economica.
È un settore che nel suo complesso vale un milione di posti di lavoro, il 5% dell’occupazione nazionale (il dato, non recentissimo, è dell’Osservatorio sul mercato del lavoro nel turismo in Italia, Federalberghi, per gli anni dal 2008 al 2011), ma che ha vissuto un periodo di difficoltà. Solo nel 2014 le presenze erano risultate ferme, i prezzi in calo e il fatturato sotto i livelli del 2008.
Ad ogni modo anche la quota di mercato del lavoro interessata ha registrato miglioramenti, pur restando uno dei segmenti – in linea con l’intero settore dei servizi – che ha saputo contenere meglio di altri le perdite: tra le altre è cresciuto il monte ore lavorato, in questo caso anche più della media dei servizi di mercato.
Non mancano, però, gli aspetti negativi. In vista della Pasqua – emerge da un sondaggio Confesercenti in collaborazione con Swg – una grossa fetta di italiani taglierà la spesa su viaggi e consumi alimentari. E a Roma, l’Ente bilaterale del turismo del Lazio prevede un calo, all’incirca del 4%, tanto sugli arrivi quanto sulle presenze rispetto alla Pasqua dell’anno scorso. In questo senso anche il timore di attentati sembra influire negativamente.

 

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