Perché investire in ricerca e sviluppo | T-Mag | il magazine di Tecnè

Perché investire in ricerca e sviluppo

di Mirko Spadoni

ricercaIl contributo delle imprese italiane alla spesa in ricerca e sviluppo (R&S) del nostro Paese è sempre più significativo. A ricordarlo è stata la CNA – la Confederazione nazionale dell’artigianato e della Piccola e media impresa – che, citando i dati dell’Eurostat, ha voluto sottolineare l’aumento della quota delle imprese sul totale della spesa italiana in R&S avvenuto nell’ultimo decennio.
Nel 2013 le imprese italiane hanno sostenuto così gli investimenti in R&S: la loro quota ha raggiunto il 54,7% (nel 2012 era il 54,2%), il 6% in più rispetto a dieci anni fa. La crisi economica e la necessità di tenere sotto controllo i conti pubblici hanno imposto ad alcuni Paesi una revisione della spesa pubblica e così le risorse dedicate alla ricerca e allo sviluppo non sono aumentate.
Il discorso vale specialmente per le economie più avanzate – tra il 2008 e il 2012 la quota dei 34 Paese OCSE sugli investimenti globali in R&S si è ridotta, passando dal 90 al 70% (dati OECD Science, Technology and Industry Outlook 2014) – e per i Paesi dell’Europa meridionale. Come l’Italia, per l’appunto. Nel 2012 la spesa in R&S di Portogallo (1,50%), Spagna (1,30%) e Italia (1,27%) era significativamente inferiore alla media OCSE (2,40%) e alla spesa dell’economie dell’Europa settentrionale, come Germania, Danimarca, Svezia e Finlandia che investono oltre il 3% del PIL. Non tutti i Paesi hanno ridotto i propri investimenti in R&S, però.
Il caso cinese è abbastanza significativo: complice un incremento vertiginoso della spesa avvenuto negli ultimi anni – la spesa in R&S è passata dai 51,3 miliardi del 2002 ai 256,8 miliardi del 2012 – l’OCSE prevede che entro il 2019 la Cina diventerà il primo Paese al mondo per investimenti dedicati alla ricerca e allo sviluppo.
Del resto, gli investimenti nella ricerca e nello sviluppo sono fondamentali per sostenere la crescita economica di un Paese. A ricordarcelo è l’Unione europea stessa, secondo cui investire il 3% del PIL dell’UE per la ricerca e l’innovazione entro il 2020 potrebbe generare 3,7 milioni di posti di lavoro e far crescere il PIL annuale, fino a toccare gli 800 miliardi di euro, entro il 2025.

 

Scrivi una replica

News

Salute, in aumento i consumatori di alcol a rischio

In aumento i consumatori di alcol a rischio, specialmente tra gli uomini. Lo rende noto l’Osservatorio Nazionale Alcol dell’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità, che ha…

17 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Birmania, Aung San Suu Kyi trasferita dal carcere ai domiciliari

La leader dell’opposizione birmana Aung San Suu Kyi è stata trasferita dal carcere agli arresti domiciliari. La decisione delle autorità militari al potere del Myanmar…

17 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Ucraina e Medio Oriente, al via a Capri il G7 Esteri

Al via il G7 dei ministri degli Esteri presieduto dall’Italia, in programma a Capri da oggi fino a venerdì 19 maggio. Al centro dell’agenda i…

17 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »

Scuola: via libera del Senato al ddl Valditara sul voto in condotta, il testo passa alla Camera

L’Aula del Senato ha dato il via libera al disegno di legge messo a punto dal ministro della Scuola, Giuseppe Valditara, sulla valutazione della condotta.…

17 Apr 2024 / Nessun commento / Leggi tutto »
Testata registrata presso il tribunale di Roma, autorizzazione n. 34/2012 del 13 febbraio 2012
Edito da Tecnè S.r.l - Partita Iva: 07029641003
Accedi | Disegnato da Tecnè Italia