Rallenta la produzione industriale nell’Eurozona
Che momento è per il Vecchio continente? Osservando alcuni indicatori si comprendono meglio le preoccupazioni di organizzazioni internazionali e istituti comunitari secondo cui la ripresa prosegue, ma resta debole alimentando perciò l’incertezza in questa fase. Un’ulteriore conferma, infatti, giungerebbe dal trend della produzione industriale, che non sta registrando risultati esaltanti.
La produzione industriale è un indicatore preso molto in considerazione, poiché misura lo stato di salute di un’economia. L’Eurozona sta mostrando un rallentamento in questo senso. A marzo l’Eurostat rileva una flessione per il secondo mese consecutivo, dopo la crescita di inizio anno (+1,9%, gennaio 2016).
Tanto per cominciare, la produzione industriale in Germania a marzo è scesa dell’1,3% su base mensile, peggio delle attese, ma non abbastanza da compromettere la crescita nel primo trimestre 2016. La Germania, infatti, ha anche registrato un recupero dell’export, che fa sperare in migliore andamento della produzione nei prossimi mesi.
Certo, però, che in alcune realtà come la nostra il rallentamento del commercio mondiale ha influito, e non poco, sugli ultimi risultati. In Italia la produzione industriale ha evidenziato una crescita annua dello 0,5%, mentre su base mensile non sono stati registrati progressi. E non deve stupire troppo se settori export oriented hanno ceduto terreno più di altri segmenti.
In Francia, contrariamente a quanto previsto, la produzione industriale risulta in calo dello 0,3% (la produzione nel comparto automobilistico è diminuita del 3,1%). La Spagna resta un’eccezione, che torna ad accelerare dopo la flessione dello scorso mese. L’aumento a marzo è stato dell’1,2%, mentre l’incremento anno su anno è del 2,8%.
Nel complesso il calo della produzione industriale nell’Eurozona è stato dello 0,8%, ma la risalita – seppur debole – è resa evidente dall’aumento dello 0,2% sull’anno. Nell’Ue28, invece, la flessione su base mensile è stata dello 0,5%.