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Quanto costa crescere un figlio?

di Fabio Germani

famiglia_censis_italianiL’idea allo studio del ministero della Sanità è quella di incrementare nella prossima legge di Stabilità il bonus bebè, entrato in vigore nel 2015. Proprio lo scorso anno si è registrato – i dati sono dell’Istat, seppur provvisori – un calo dei nati, al di sotto dei 500 mila. Lo scopo è anche quello di evitare un deterioramento del bilancio demografico a fronte di un’età media – riferimento al 2014 – di 44,4 anni.
Ad oggi il bonus consiste in 80 euro mensili e viene riconosciuto alle famiglie che presentano un Isee inferiore a 25 mila euro l’anno, oppure in 160 euro mensili a quelle che si trovano sotto i settemila. Oltre al reddito l’indice viene poi calcolato sulla base di altre variabili, ad esempio proprietà o debiti, numero dei componenti del nucleo familiare. Nel 2015 sono state 330 mila le coppie che hanno ricevuto l’assegno.
Quanto costa il mantenimento di un figlio? E soprattutto qual è la condizione delle famiglie italiane? Procediamo con ordine e cominciamo con il dire che l’Istat stima (nel 2014) in un milione e 470 mila quelle che vivono in povertà assoluta, per un totale di quattro milioni e 102 mila persone (6,8% della popolazione residente). In generale, però, la situazione delle coppie con figli è migliorata: tra i nuclei che ne hanno due l’incidenza di povertà assoluta è diminuita dall’8,6% al 5,9%.
Ancora l’Istat ricorda che nel 2014 si attesta al 28,3% la stima delle persone a rischio di povertà o esclusione sociale, secondo la definizione adottata nell’ambito della strategia Europa 2020. L’indicatore corrisponde alla quota di popolazione che sperimenta almeno uno dei parametri presi in esame quale rischio di povertà (in questo caso calcolato sui redditi 2013), grave deprivazione materiale e bassa intensità di lavoro (calcolata sul numero totale di mesi lavorati dai componenti della famiglia).
Se segnali di miglioramento sono stati osservati per le coppie senza figli, per la prima volta spiragli positivi hanno riguardato anche le famiglie con tre o più figli: quelle a rischio sono infatti scese dal 43,9% al 39,4%. Tuttavia l’intensità lavorativa diminuisce proprio in quest’ultima tipologia e in definitiva i livelli più elevati di povertà assoluta coinvolgono le famiglie numerose.
Ad ogni modo quanto costa il mantenimento di un figlio al primo anno di vita, peraltro una delle fasi più impegnative, è un quesito a cui ha provato a rispondere non molto tempo fa l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori. Dall’analisi emerge che nel 2015 il costo è variato da un minimo di 6.809 euro ad un massimo di 14.852 euro, con un aumento medio dell’1% e del 3% rispetto al 2014.
Con l’avanzare degli anni è quasi inutile dire che il costo varia sulla base del reddito familiare, perciò se consideriamo una famiglia con reddito disponibile netto di 34 mila euro annui, crescere un figlio fino alla maggiore età costerà mediamente 171 mila euro (in questo caso, invece, le stime sono del 2013). Per le famiglie con reddito basso, fino a 22.600 euro annui, la spesa al 18esimo anno del figlio si attesterà a 113 mila euro. In pratica i costi diretti di mantenimento e crescita di un figlio valgono tra il 25% ed il 35% in più delle spese sostenute da una coppia senza figli.
Negli anni della crisi sono cambiate le abitudini delle famiglie, anche in termini di consumi. Così sono aumentate le spese per i trasporti e per l’educazione (anche l’alimentazione, come è facile immaginare, è tra i principali capitoli di spesa) mentre i tagli hanno compreso soprattutto abbigliamento e tempo libero.
L’Osservatorio Federconsumatori ha inoltre stimato che se nella famiglia con un figlio di 16 anni dovesse essere presente anche un secondo figlio più piccolo – la considerazione è sui nuclei con reddito medio (34 mila euro) – si dovrebbero allora sommare almeno altri sette o ottomila euro l’anno. In questo modo la spesa complessiva per crescere due figli sarà prossima ai 20 mila euro l’anno. Dal 1970 al 2012 le spese totali per crescere un figlio hanno evidenziato un incremento del 20-25%.

@fabiogermani

 

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