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Brexit: quali effetti sulla Germania?

germania_lavoroQuali ripercussioni la Brexit, l’uscita del Regno Unito dall’Ue, avrà sull’economia tedesca? È una domanda legittima, perché il Regno Unito è un importante partner commerciale in Europa della Germania, paese locomotiva dell’Unione, il cui export è da sempre uno dei punti di forza della sua economia.
Di recente il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le stime di crescita della Germania per quest’anno. Il Pil, infatti, dovrebbe salire dell’1,7% rispetto all’1,5% stimato nel mese di aprile. Scende di un decimale, invece, la stima per il 2017, a +1,5%. Ma avverte il Fmi che la Brexit potrebbe influire sulla crescita tedesca.
È vero anche, allo stesso tempo, che l’andamento economico sarà condizionato più dalla domanda interna che da quella estera, come in verità si rileva già da un po’. Ad aprile le esportazioni sono rimaste ferme (pur registrando un incremento su base annua), tuttavia l’avanzo commerciale è salito a 25,6 miliardi di euro. E non a caso il Fmi invita Berlino a rafforzare il riequilibrio dell’economia.
Un invito non affatto nuovo: la Germania accumula troppo surplus di partite correnti – gli scambi con l’estero di beni e servizi – e questo la rende meno dinamica, soprattutto sul fronte degli investimenti in infrastrutture. Per il Fmi, in poche parole, una Germania più dinamica rappresenterebbe una spinta per la ripresa economica, ancora fragile, dell’Eurozona.
Ad ogni modo gli indicatori economici della Germania si mostrano solidi. La produzione industriale era tornata a crescere dello 0,8% ad aprile, mentre il tasso di disoccupazione a giugno resta stabile al 6,1%, tra i più bassi dell’Ue. Ma altro nodo spinoso è l’invecchiamento della popolazione, un problema che non interessa esclusivamente la Germania, ma l’Europa in generale.
Secondo studi della Commissione europea in materia nel prossimo futuro le persone anziane (65 anni o più) potrebbero aumentare. Tale dinamica è legata a diversi trend (fertilità, aspettative di vita, flussi migratori) e può avere ripercussioni sul sistema economico, in termini di forza lavoro e costi sociali (welfare, previdenza, salute), in larga parte ricchezza non generata.
Il problema dell’export verso il Regno Unito riguarda diversi paesi dell’Ue, a causa dell’azzeramento degli attuali accordi commerciali. Salvo che il Regno Unito non riesca ad ottenere un compromesso, mantenendo il proprio status nel mercato unico, quegli accordi andrebbero rinegoziati. Anche l’Italia ne risentirebbe, ma meno della Germania (e anche della Francia) che risulta più esposta in questo senso.

 

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