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Politiche antidroga e sovraffollamento penitenziario

di Umberto Schiavella

carceri_sovraffollamentoPresentato la scorsa settimana alla Camera dei Deputati il VII° Libro Bianco sulle droghe promosso dalla Società della Ragione Onlus in collaborazione con il Forum Droghe, Antigone e CNCA con l’adesione di CGIL, la Comunità di San Benedetto al Porto, il Gruppo Abele, Itaca, ITARDD, Lega Coop Sociali, LILA e l’Associazione Luca Coscioni. Nel 2015 sono stati registrati 45.823 ingressi totali nelle carceri italiane di cui 12.284, pari al 26,8%, in violazione all’articolo 73 della legge antidroga (detenzione sostanze illecite). Rispetto al 2009 sono stati più che dimezzati gli ingressi complessivi e quelli in violazione della normativa sulle sostanze stupefacenti. Tra il 2008 e il 2015 gli ingressi in carcere sono diminuiti del 50,62%, quelli relativi al reato di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti sono calati di oltre il 57%. Gli autori del Libro Bianco sostengono che il sovraffollamento penitenziario, come la possibilità di contenerlo, sono strettamente legati alle scelte sulle politiche antidroga. L’abolizione nel febbraio 2014 della legge Fini-Giovanardi e il ritorno alla legge Iervolino-Vassalli con le modifiche introdotte con il referendum del 1993 e quelle successive del decreto Lorenzin ha determinato un calo dei detenuti per detenzione e spaccio di stupefacenti. Attualmente le persone detenute per violazione della legge antidroga sono 16.712, il 32,03% del totale, dato in calo se si pensa che nel 2010 erano 27.294, pari al 40,16% dell’intera popolazione carceraria.
Su 10.751 operazioni di polizia in materia di sostanze stupefacenti, ben il 56,31% ha per oggetto i cannabinoidi. Su 13.360 segnalazioni all’autorità giudiziaria, il 48,20% del totale riguardano persone trovate in possesso di cannabinoidi. La lotta al contrasto dei cannabinoidi è il principale impiego di energie e risorse dei corpi di polizia e giudiziari volto alla repressione penale della circolazione delle sostanze stupefacenti illegali.
Sono state 2.286 le segnalazioni all’autorità giudiziaria su 27.718 (l’8,25% del totale) che contestano l’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Il restante 91,75% dei casi dimostra che si ha a che fare con detentori di sostanze di cui non è neanche sospettata l’appartenenza alle organizzazioni criminali dedite al traffico di droga. Tra il 2014 e il 2015 sono diminuiti di 16.025 unità (-9,17%) i procedimenti penali pendenti in materia di droghe. Si tratta di un cambiamento che ha precedenti (di segno contrario) solo in relazione ai primi anni di applicazione della legge Fini-Giovanardi (2006-2007), situazione che porta ad ipotizzare che la diminuzione dei procedimenti penali dell’ultimo anno possa essere correlata alla dichiarazione di incostituzionalità della legge del 2006.
Le segnalazioni e le sanzioni amministrative del consumo di droghe illegali sono state 27.718 solo per il consumo di sostanze stupefacenti, il risultato più basso degli ultimi nove anni, un calo ulteriore rispetto alle 31.272 del 2014. Ben 26.403 segnalazioni, pari al 78,99% del totale, sono dovute al consumo personale di cannabinoidi. A partire dall’entrata in vigore della legge Iervolino-Vassalli nel settembre del 1990, 1.107.051 persone sono state segnalate al prefetto come consumatrici di sostanze stupefacenti illegali, il 72,23% dei quali (quasi 800 mila persone) per detenzione di cannabinoidi.
Le segnalazioni al prefetto hanno dato il via a 13.509 sanzioni amministrative e a 151 richieste di adesione al programma terapeutico-riabilitativo, confermando così la natura principalmente sanzionatoria della segnalazione al prefetto dei consumatori di sostanze stupefacenti. Nel corso dell’ultimo triennio, le misure alternative alla detenzione sono state ben 22.200. Le misure alternative speciali per tossico/alcoldipendenti in corso al 31 dicembre 2015 ammontavano a 3.053, un quarto dei 12.096 affidamenti in prova e poco più di un decimo del totale delle misure alternative in corso. Tra il 2014 e il 2015 è stato registrato un lieve calo delle misure per tossico/alcoldipendenti nella misura del 6,32%, un calo più sensibile tra gli affidamenti disposti dal carcere (-14,93%).
Per quanto riguarda il consumo giovanile, lo studio ESPAD®Italia (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs) condotto nel 2015, sottolinea che oltre un terzo degli studenti ha sperimentato il consumo di almeno una sostanza illecita (tra cannabis, cocaina, eroina, allucinogeni e/o stimolanti) nella vita, mentre il 27% lo ha fatto nel corso dell’anno antecedente lo svolgimento dello studio campionario. Di questi ultimi, l’85% ha fatto uso di una sola sostanza e circa il 15% può essere considerato policonsumatore.
Tra tutte le sostanze illegali consumate nell’ultimo anno, la cannabis è quella più utilizzata (quasi il 27%), mentre l’eroina è la meno diffusa (circa l’1%), con stimolanti (2,6%), cocaina (2,5%) e allucinogeni (2,2%) che si pongono in posizione intermedia. E’ stata osservata una maggior attrazione dei maschi per il consumo delle sostanze psicoattive: in riferimento al consumo durante l’anno, il rapporto maschio/femmina varia da 1,4 per la cannabis, a poco più di due per stimolanti e cocaina, fino a quasi tre per eroina e allucinogeni.
Un dato di particolare interesse è la percentuale di coloro che hanno utilizzato sostanze psicoattive “sconosciute”, ignorandone la natura e gli effetti e, quindi, aumentando i potenziali rischi per la salute correlati al consumo. Si stima, infatti, che circa il 2,1% degli studenti di 15-19 anni abbia assunto almeno una volta nella vita sostanze psicoattive senza sapere di cosa si trattasse, in particolare il 2,5% dei maschi e l’1,6% delle femmine. Il 52% circa di questi studenti le ha assunte per non più di due volte, ma per il 26% si è trattato di ripetere l’esperienza oltre dieci volte. Riguardo all’aspetto delle sostanze, il 54% di questi studenti ha assunto un miscuglio di erbe sconosciute, il 56% ha assunto sostanze in forma liquida e il 52% sotto forma di pasticche o pillole. La quota maggiore di utilizzatori di sostanze psicoattive “sconosciute” si riscontra tra coloro che, nel corso dell’ultimo anno, hanno utilizzato sostanze diverse dalla cannabis: circa il 35% di chi ha utilizzato cocaina, stimolanti e/o allucinogeni, quasi il 60% di chi ha utilizzato eroina, e solo il 2% di coloro che hanno utilizzato cannabis.

 

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